Le donne purtroppo sono sottorappresentate nei percorsi educativi scientifici. A fronte di una media della UE di circa 21 laureate STEM (science, technology, engineering, mathematics) ogni 1000 giovani tra i 20 e i 29 anni. In Italia ci sono più donne che uomini iscritte all’università ma secondo le rivelazioni statistiche solo il 18% delle ragazze sceglie corsi STEM.
Inoltre sebbene le poche donne iscritte in corsi STEM si laureino in media con voti più alti e in corso con gli studi, non ottengono gli stessi risultati nel Mondo del lavoro.
Secondo un REPORT sul tema redatto dall’osservatorio TALENTS VENTURE ( società di consulenza specializzata in servizi di consulenza e sviluppo di soluzioni di sostegno dell’istruzione universitaria) e da ASSOLOMBARDA, il tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea degli uomini laureati STEM è più elevato di quello femminile  del 91% contro l’84%.
Servirebbe più valorizzazione della componente femminile della scienza poiché ci sono donne brillanti, capaci di condurre importanti progetti di ricerca in ambito medico e scientifico, lo dimostrano i risultati di Ri.MED (Ente ricerca biomedica e biotecnologica Istituito dal governo italiano per lo sviluppo di progetti di medicina rigenerativa e terapia cellulare) tra cui 28 brevetti “rosa” depositati.
Nel passato possiamo ricordare Margherita Hack astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista molto emancipata per la sua epoca (1922/2013) ma tutt’ora purtroppo le  quote rosa nel settore sono mosche bianche. A Enna abbiamo qualche esempio virtuoso,  Barbara Cacciato nata a Enna l’11 giugno 2001, ha conseguito la maturità scientifica con 100 e lode nel 2020, laurea triennale conseguita il 25 luglio 2023 (nei canonici tre anni) in ingegneria industriale- gestionale all’ateneo di Catania con 109/110.
Frequenta con ottimi risultati il primo anno magistrale di ingegneria gestionale Unimore di Modena e Reggio Emilia.