di Giuseppina Tesauro
Potrebbe mai sopravvivere un fiore sull’asfalto? Un fiore giallo sull’asfalto è il titolo del libro di Maria Rosa Emma, una storia che a partire dagli anni ‘50 fino ai giorni nostri ci narra le vicende di una famiglia che vive del frutto del lavoro delle campagne di Enna. Laddove il sole si riflette sulle dorate distese di grano e l’aria è impregnata del profumo della terra, la vita contadina fatta di fatiche nei campi e tante rinunce non toglie le speranze di un futuro migliore a due sorelline: Chiara e Rosalia. Le bambine crescono sotto il cielo della Sicilia, fra tradizioni e difficoltà economiche che riescono a sopportare grazie al padre: il signor Giorgio, un uomo dal cuore gentile, che adora le sue figlie e che con il suo sorriso, che sa di rughe e mani callose, riesce a supplire alle mancanze della moglie Concetta. Questa si staglia come un’ombra sulla serenità domestica, anaffettiva, oziosa, interessata al denaro e dispotica, il cui sguardo sembra attraversare le vite delle sue figlie senza lasciarvi traccia di amore.
In Rosalia, la secondogenita, cresce forte e determinata la voglia di emergere, di abbandonare la vita di stenti per cercare fortuna fuori dalla casa natia. Riuscirà a coronare il sogno di indipendenza ed avere una famiglia sua? Sarà l’amore di un marito a darle la pace e la serenità tanto agognata? L’intreccio si complica con il passare degli anni, con il matrimonio che apre le porte a una nuova fase dell’esistenza, nasceranno nuove le sfide nella di vita di Rosalia, quando, dovrà fare i conti non soltanto con i sacrifici a cui già fin da piccola era stata suo malgrado abituata, ma combatterà contro lutti e malattie non comuni e che recano lo stigma della società. In Rosalia prevarrà ancora la sua resilienza, accompagnata dalla sua immensa ed incrollabile fede, che insieme all’amore per il marito e i figli la guiderannno nella vita. La Rosalia adulta, nell’intreccio del racconto, si incontrerà con un’altra bambina: Laura, dal carattere socievole e amorevole. Ma qual è il legame fra le due? Cosa accadrà a Laura che“iniziò a sognare per tanto ma tanto tempo”, sarà compito del lettore, adesso, scoprirlo, poiché l’ autrice lo porterà a questo punto del romanzo con abile maestria, garantendo il colpo di scena sul finale.
Critica: il fiore delicato e il duro asfalto
Il titolo del romanzo “Un Fiore Giallo sull’Asfalto” evoca immagini poetiche, suscitando la curiosità del lettore per la combinazione di elementi contrastanti: il fiore delicato e il duro asfalto. L’autrice fin da subito ci invita a guardare come la bellezza sia contrapposta alla durezza della concreta vita quotidiana. Un significato in cui si rintracciano situazioni difficili e la capacità di riuscire a trovare la luce anche nei luoghi più inaspettati. L’evocativo titolo del libro ci rimanda proprio a questa storia fatta di contrasti, di conflitti tra fragilità e resistenza. In questo affresco di vita familiare, le emozioni si intrecciano con la cultura del luogo in cui il racconto è ambientato. Numerose sono le citazioni che rimandano alla città di Enna, prima fra tutte le frasi e modi di dire dialettali: “iatu mi”, che tradotto letteralmente fiato mio, soffio della mia vita è una dicitura siciliana che ricorda il soffio della vita di biblica memoria, che ci riporta ai numerosi momenti religiosi sottolineati dall’autrice, di cui la trama è intrisa. I riferimenti al Sacro sono presenti nei vissuti dei protagonisti, nelle orazioni quotidiane, nella preghiera come rifugio dei momenti di vicissitudine: “I componenti della famiglia si guardarono in faccia e trovarono la soluzione: la preghiera comune”. Non mancano i richiami alla Madonna della Visitazione, Patrona della città di Enna, e alle devozioni a essa riferite “Per fortuna la battitrice arrivò all’alba, i bambini assistettero alla trebbiatura con entusiasmo e la sera uscirono tutti insieme per vedere la Patrona, la Madonna della Visitazione”. Le scene bucoliche si intrecciano con queste scene di vita religiosa di una città profondamente devota, che l’autrice riesce a trasmettere al lettore insieme agli affreschi, che ricordano i tipici quadri del noto pittore siciliano Gianbecchina, dove i colori dell’azzurro del cielo si mescolano al giallo del grano e ai visi dei contadini “cotti dal sole”.
Però il tema centrale che Maria Rosa Emma in questo suo scritto traccia è la dinamica di un’Italia che cresce, partendo dal dopoguerra fino ai giorni nostri attraverso la storia di una famiglia, che con passi lenti cerca di uscire dalla crisi economica per avviarsi verso un’esistenza meno povera e più agiata. I cambiamenti dello stile di vita ci vengono narrati attraverso il trascorrere degli anni, che scandiscono il crescere delle ragazze Rosalia e Chiara, dei loro incontri, dei diversi modi di approcciarsi alla vita, ai loro desideri di partecipare al cambiamento sociale e alla ricerca di un compagno di vita. Si nota come le scelte dettate dai costumi, dagli usi che erano confacenti in un tempo della storia, poi durante il racconto diventino un ricordo superato e rielaborato. L’autrice ci mostra, dunque, uno spaccato socioculturale dell’Italia che cambia, anche attraverso i fatti di cronaca più rilevanti. I personaggi sono vividi nell’immaginario di Rosa Maria Emma, i loro sentimenti sono palpabili e tangibili così come i loro rapporti interpersonali all’interno della stessa famiglia. Il libro, infatti, offre una potente e complessa esplorazione delle dinamiche madre – figlia, dove una madre dispotica e insoddisfatta domina sulle sue figlie che vivono sotto il suo controllo. Come nel libro “Il ballo” di Irène Némirovsky la giovane protagonista si trova a fare i conti con una madre anaffettiva, vanitosa ed egocentrica, anche in “Un fiore giallo sull’asfalto”, le due sorelle Rosalia e Chiara dovranno far fronte a una figura materna intollerante. L’ insistenza di Concetta nel costringere le figlie ad eseguire i lavori più pesanti, onde poter oziare indisturbata, suggerisce un desiderio di controllo e una mancanza di soddisfazione personale, che contribuisce a creare un ambiente familiare teso e oppressivo. Le figlie si trovano a dover navigare tra l’obbligo di lavorare per lei e l’aspirazione a una vita più autentica e soddisfacente. In questo conflitto interiore, l’autrice rintraccia i temi tipici delle ragazze che si affacciano alla vita degli anni ‘60/’70, quali l’autonomia, la ricerca di una propria identità e la ribellione contro le aspettative imposte.
In contrasto all’autorità prepotente della madre l’intreccio del libro ci propone il rapporto profondo e affettuoso tra la protagonista e suo padre, Giorgio. Questo legame diventa un rifugio prezioso e una fonte di conforto per entrambi. L’affetto e il sostegno paterno creano un contrappunto emotivo all’oppressione vissuta, aggiungendo un elemento di calore alla storia. Esplorare il rapporto padre-figlia potrebbe rappresentare, per chi legge, una riflessione sulla complessità delle relazioni familiari e sulle diverse forme di supporto che possono emergere in contesti difficili. Sarà dunque grazie a questo legame che Rosalia riuscirà a costruire il proprio essere donna, moglie e madre?
L’autrice in questo scritto va oltre i legami affettivi e affronta anche tematiche sociali di un certo rilievo, compiendo una scelta coraggiosa. Alcuni dei personaggi Inizio modulo
si troveranno a confrontarsi con la depressione. Un tabù che si insinua, ancora oggi nei silenzi e nelle ombre, come un nemico invisibile che minaccia di distruggere ciò che di più prezioso la gente possiede. Ecco che vengono fuori pagine intense, in cui si è immersi totalmente nel labirinto di emozioni oscure, in cui il buio inaspettato come un nemico si insinua nell’anima dei personaggi. Grazie a Rosa Maria Emma questo libro riesce a farsi portavoce di una realtà spesso taciuta in cui la vergogna e il silenzio avvolgono temi forti come suicidio e depressione. Il lettore si trova catapultato nel caos emotivo di Rosalia, costretta a combattere una battaglia che la trascina verso l’abisso. Qui la narrazione si fa delicata e comprensiva, offrendo uno sguardo intimo sulle paure e le sfide di chi si trova a fronteggiare una malattia mentale in un contesto sociale che spesso la stigmatizza. Ci sarà un lieto fine? Questa è la storia di una famiglia qualunque, una storia in cui il lettore non fatica a riconoscere sé stesso in qualcuno dei personaggi narrati, perché questa storia in fin dei conti è la vita.
Analisi: un romanzo dal sapiente intreccio fra storia e verosimile
Oggi le tendenze della narrativa ci propongono una struttura della diegesi di stile immersivo, ma l’evidente capacità di Rosa Maria Emma nel riuscire a sfruttare il narratore onnisciente eterodiegetico come peculiare archetipo di un narrato, in cui chi legge si senta partecipe dell’accaduto, è una nota a favore di questo lavoro. L’autrice riesce, malgrado questo stile che a torto potrebbe apparire distaccato, a mantenere alta la tensione durante tutto il corso degli eventi, in un’attesa che coinvolge pagina dopo pagina il lettore. La focalizzazione zero del narratore è il tratto dominante del libro, che si articola in capitoli che scandiscono gli anni della storia in un sapiente intreccio che va avanti ed indietro fra passato, presente e futuro. Un’articolazione complessa, che qui trova giustificazione nel creare la suspence di fondo che arricchisce la trama nello sviluppo delle personalità dei protagonisti.
L’autrice predilige un linguaggio semplice in armonia con i soggetti del racconto, persone comuni, che si esprimono spesso nella loro lingua madre laddove i concetti riguardano la loro comunità contadina ed i loro modi di dire e intendere la vita. Dialoghi ben strutturati mantengono viva la relazione fra il lettore ed il racconto, vissuto come una quotidiana scena familiare.
I personaggi di questa storia fanno da ponte fra il lettore e il mondo dell’autrice. Si percepisce attraverso la loro caratterizzazione come Maria Rosa Emma abbia sperimentato su di essi la sua città: Enna. Fra tutti i soggetti spicca Rosalia, il nostro Fiore giallo sull’asfalto. Difficile che passi inosservata, come è difficile che un fiore sbocci e sopravviva nell’asfalto. Rosalia che per certi versi ci ricorda Lila Cerullo, la protagonista di L’ amica geniale di Elena Ferrante, perché anche Rosalia, come Lila, ha una spiccata intelligenza ed una risposta sempre pronta, una famiglia poco disposta ad assecondare le sue doti e le sue velleità scolastiche, è anch’essa una ragazza degli anni ’60 che pur volendosi proiettare in un mondo moderno di autoaffermazione, vede svanire le proprie aspettative e sacrificare il suo futuro in ragione di una mentalità e di una logica che più avanti sarà comunque pronta a combattere. I personaggi raccontano ciascuno la propria storia in quello che alla fine diventa un libro quasi corale, dove l’autrice riesce a darci una loro esaustiva descrizione non solamente attraverso i loro tratti fisici e psicologici, ma anche attraverso la loro estrazione sociale e culturale, descrivendone alla perfezione gesti e emozioni.
Il genere
Un fiore giallo sull’asfalto si potrebbe bene inquadrare come genere: romanzo di formazione. L’evoluzione della storia personale dei personaggi che da giovani si incamminano verso l’età adulta, viene più volte ripresa dall’autrice, divenendo il punto focale della diegesi. Gli stati d’animo dei personaggi, fino alla conclusione del romanzo, lasciano intravedere la loro volontà di un accrescimento culturale e uno spiccato desiderio di emergere dal proprio vissuto attraverso ogni mezzo lecitamente disponibile.
A chi è indirizzato questo romanzo.
Un Fiore Giallo sull’Asfalto è per i lettori che amano esplorare i temi che riguardano il rapporto genitori/figli; intrigherà quelli che amano le storie di un’Italia quasi dimenticata; colpirà chi si lascia trasportare dalle narrazioni genuine ma che comunque garantiscono il finale a sorpresa; non deluderà chi ama i personaggi femminili dotati di grande forza; commuoverà chi sente forte il richiamo della propria terra e non importa quale essa sia.
L’autrice. Maria Rosa Emma il 23 Gennaio del 1973 nasce ad Enna dove tutt’ora risiede. Sposata e madre di due figli, diplomata in Ragioneria e Perito Commerciale, ha frequentato corsi sul turismo, marketing e contabilità. Dice di sè “non scrivo né con la penna né con il computer, ma semplicemente con il cuore”. L’interesse appassionato dell’autrice per la letteratura e la passione per la lettura costituisco una preziosa componente per il suo lavoro creativo. Maria Rosa Emma è impegnata nel suo territorio in attività di carattere sociale; di religione cristiana frequenta con assiduità la sua Parrocchia dove svolge il servizio di Catechista.
Maria Rosa Emma, Un Fiore giallo sull’asfalto; La Moderna Edizioni (2019), pag. 239