di Graziella Mignacca

Mercoledì 20 marzo a Palermo si terrà una manifestazione organizzata dai Comitati spontanei uniti. Un corteo che attraverserà piazza Marina e giungerà fino a piazza Indipendenza. Saranno presenti tutte le province della Sicilia con il Presidio di Dittaino che abbraccia i venti comuni dell’ennese, il presidio di Resuttano, che comprende tutti i comuni delle alte Madonie, quindi i comuni della provincia di Caltanissetta, Valledolmo, e basse Madonie, poi ci sono i Comitati spontanei di Catania, Ragusa e Modica, Canicattì e Modica.

A Palermo scenderanno con un proprio banner le donne imprenditrici unite sotto i nome di La nuova agricoltura. E qui si protesterà per mantenere viva un’identità. E’ quanto emerso da un incontro con alcuni capogruppi dei Presìdi.

Identità in termini sociologici e antropologici, significa l’insieme di caratteristiche che rendono l’individuo unico e inconfondibile.

La nostra identità di italiani, di siciliani è stata finora rappresentata in tutto il Mondo principalmente per la qualità dei prodotti di origine italiana e siciliana in particolare che abbiamo saputo produrre ed esportare. Nel mondo se si parla di pizza si parla di Italia.

Se si parla di pasta si sa che è un prodotto italiano. I formaggi, i salumi, la carne, gli ortaggi, la frutta, l’olio, i legumi, provenienti dall’Italia sono rinomati nel Mondo per il loro gusto e per la loro bontà. I prodotti italiani per gli stranieri nel mondo, sono sinonimo di gusto e di qualità.

Sappiamo bene che al gusto e alla bontà si deve anteporre soprattutto la qualità del prodotto perchè un prodotto privo di veleni e pesticidi si capisce bene che va a beneficio del consumatore e della sua salute. E’ risaputo che siamo ciò che mangiamo. E’ risaputo che una corretta almentazione ci salva da molt malattie. Questo in paesi sviluppati lo sanno, tanto è vero che i nostri prodotti all’estero sono molto richiesti.

Il merito di avere reso l’Italia nota nel mondo si può dire che proviene dal settore dall’agrozootecnia. In questo il produttore italiano è stato aiutato da alcuni elementi naturali, come il sole, l’escursione termica di questa terra, dalla ciclicità delle stagioni che in modo naturale contribuiscono in primo luogo a dare un prodotto di qualità, naturale e salutistico.

I nostri agrumi, quelli siciliani in particolare sono ricchi di antocianine, determinate dall’escursione termica dovuta al nostro clima e alla posizione della nostra isola nel mediterraneo, le antocianine sono degli antiage naturali;

il nostro olio ricco di polifenoli che sono quelle sostanze che ci pizzicano la gola quando lo degustiamo ma che ci proteggono da tante malattie curando il corpo dall’interno. E questo all’estero lo sanno perchè in America un litro di olio si vende a a 50 dollari.

La produzione di frutta secca, pistacchio, nocciole, noci mandorle (essenziali per il benessere psicofico della persona) sono prodotti coltivati naturalmente e i frutti maturano in modo naturale sugli alberi.

Gli allevamenti per fortuna da noi, soprattutto in Sicilia non sono del tipo intensivo. Gli animali vivono al pascolo, all’aria aperta, non sono sottoposti alle torture di crescere in modo innatturale. Questo per gli allevatori significa rispettare gli animali. I prodotti, come carne e formaggi, rispecchiano i parametri di qualità: sono gustosi, sono genuini, e soprattutto fanno bene al consumatore, questo perchè sono sottoposti ad un certo regime igienico-sanitario, quella condizione indispensabile della qualità di un alimento in quanto non deve presentare rischi per la salute umana, deve esserci sia assenza di contaminazione chimica e microbica e deve rispondere a requisiti d’igiene.

Oggi le intolleranze verso il latte, i formaggi, verso i farinaci, pasta, pane sono aumentati. L’aumento dei casi di celiachia è pauroso. Eppure il genere umano è cresciuto a latte, formaggi, e salumi. Sono i cibi di sempre. Cosa è successo quindi improvvisamente nel corpo umano? A cosa și sta ribellando il corpo umano nel momento in cui diventa intollerante o allergico?

La domanda è d’obbligo: è allergico alla farina, o ai veleni che sono contenuti nelle farine ad avergli procurato i problemi di salute?

La farina, quella che ha nutrito per millenni il genere umano, è diventata improvvisamente un veleno?

E se fossero invece i veleni contenuti nel grano e quindi nella farina ad avere intossicato il corpo, e quindi ad avergli arrecato le intolleranze, le malattie?

Va da se che la risposta è chiara.

La nostra terra è stata in passato il granaio d’Italia, i nostri nonni hanno selezionato grani antichi che bene si adattano alle condizioni climatiche locali e che raggiungono tempi di maturazione in modo del tutto naturale. Da noi il grano siciliano si essicca al sole, sulla pianta, facendo quel percorso di maturazione necessaria per diventare un prodotto capace di nutrirci….. e non di avvelenarci.

Vi pare possibile fare il grano mentre nevica?

In altri paesi per fare essiccare il grano usano dei prodotti, ossia dei veleni. Così anche mentre nevica, producono grano ed altri.

Nel Mondo la Sicilia esporta prodotti di qualità. Perchè i nostri prodotti sono sottoposti ad un certo regime di controllo.

I prodotti che arrivano da noi non rispettano lo stesso regime di qualità. Nei Paesi in via di sviluppo sono consentiti veleni che da noi neanche esistono, fortunatamente.

Ma attenzione. Già da qualche tempo c’è un certo invito da parte anche del Governo Italiano e della Comunità europea a non produrre.

Le arance vengono macerate. Non si può produrre oltre un certo quantitativo di latte. Ci sono incentivi da parte dello Stato e della comunità europea che ci invitano a non produrre cereali, o legumi. Se lasciamo i noștri terreni incolti ci danno dei contributi. Gli agricoltori, in tanti, abbiamo pensato che forse conviene lasciarli incolti visto che ci mandano dei soldi senza che sia necessario fare alcuna fatica.

Le aziende zootecniche sono sottoposte a norme rigorose.

Dall’estero arrivano invece carni prodotte con estrogeni. Nei loro Paesi d’origine i controlli sono diversi e meno restrittivi dei nostri. Quindi arriva da noi un prodotto meno garantito.

Questo è quanto emerso dall’incontro con il nutrito numero di produttori dell’agrozootecnico del Presidio di Dittaino, quello tra lo svincolo dell’A19 e l’uscita di Dittaino, nel cuore della provincia di Enna, ma anche della Sicilia. Da oltre due mesi, da quando anche in Sicilia sulle orme dei cugini Francesi si è innescata la protesta dei trattori, presenziano notte e giorno e și confrontano sulle varie linee da adottare.

Così il presidio di Resuttano, che comprende tutti i comuni delle alte Madonie, quindi i comuni della provincia di Caltanissetta, Valledolmo, Tumarrano, e basse Madonie, poi ci sono i comitati spontanei di Catania, Ragusa e Modica, Canicattì e Modica.

A Palermo scenderanno con un proprio banner le donne imprenditrici. Si presentano come La nuova agricoltura.

Intanto nei rispettivi comuni si tengono manifestazioni. Domenica a Catenanuova dalle 10 alle 17 incontreranno la gente. Ci sarà una degustazione di prodotti tipici per far capire la bontà dei prodotti locali. Una manifestazione domani si svolge anche a Gangi alle ore 10.

A Palermo così come nei comuni si portano avanti tutte le tematiche connesse al comparto.

Chi non osserva bene potrebbe pensare che la protesta è legata solo al settore.

Questa è però la protesta per mantenere la nostra identità. Per non farcela rubare. Come già hanno fatto con il resto.

Vogliamo continuare a guardare i prati fioriti, sentire il fruscio del grano, il giallo zafferano delle estati roventi I tramonti blu e variopinti che rispecchiano i colori dei fiori. L’alternativa a questi colori non è escluso che diventi il grigio dei pannelli fotovoltaici.

Vogliamo vedere i nostri figli resilienti e felici in questa Terra e non vederli partire ancora verso terre ignote e sicuramente meno ospitali.

La protesta in atto è la protesta per esistere ancora.

L’agricoltura, insomma, vuol fare passare un messaggio importante: ci può essere un futuro anche per le nuove generazioni.