di Paolo Di Marco

ENNA – Le recenti dimissioni del presidente Mario Cascio e del Cda del Collegio dei Rettori di Enna non sono un semplice fatto burocratico interno, hanno una valenza molto più profonda ciò in ragione di quanto la vita delle confraternite incide in quasi ogni famiglia ennese. Al di là delle motivazioni ufficiali o meno il passo indietro del Cda evidenzia che c’è da ricostruire in modo netto e profondo il rapporto fra le congregazioni. Un approfondito esame fra i 16 rettori è necessario per ridare una linea univoca al Collegio e per superare una elezione a maggioranza, come è stata l’ultima, che ha segnato linee di demarcazione ben definite.

Non solo, ma sembra poi che la risicatissima maggioranza sia da poco venuta meno per l’elezione in una confraternita di un nuovo rettore non in linea con il Collegio dei Rettori. Ciò avrebbe determinato una sorta di pareggio interno. Ma c’è da rinsaldare anche il rapporto con la Chiesa, se corrisponde al vero la notizia della nota critica di mons. Vincenzo Murgano fatta pervenire al sindaco di Enna Maurizio Dipietro e al Segretariato dello Stato Vaticano. Nella nota chiederebbe rispetto per il ruolo della Chiesa nelle celebrazioni e negli appuntamenti prodromici. Per ultimo non sarebbe andata giù che alla presentazione della Settimana Santa al Parlamento Europeo sia mancato l’invito per la Collegiata Chiesa Madre dove è riposta la “Spina Santa” portata in processione il Venerdì santo. Il mancato invito sarebbe stato il testimone principe del mancato riconoscimento del ruolo cardine rivestito dalla Chiesa.

Ristabiliti gli equilibri che oggi sembrano mancare il Comune è chiamato a porsi una domanda: nella loro complessità i riti religiosi, che hanno un forte impatto cittadino, devono restare un fatto interno alla comunità o devono essere anche un veicolo di crescita economica e culturale per la città? Se la risposta intende privilegiare la prima domanda, ebbene tutto può rimanere così com’è con la messa in moto della macchina organizzativa della Settimana Santa solo qualche settimana prima, con le singole celebrazioni che si collegano a malapena fra loro, con appuntamenti e strutture culturali che nascono annualmente più per volontà di qualche soggetto che per programmazione, con budget che vengono rilevati solo nell’imminenza delle processioni.

Se invece si riconosce che i riti religiosi portati per le strade di Enna dalle confraternite hanno anche un valore culturale e turistico allora il Comune è chiamato a programmare, investire e a dotarsi di una struttura altamente professionale che lavori su ogni appuntamento. Non solo ma il richiamo della storia e della religiosità degli incappucciati deve essere forte in ogni momento dell’anno e deve superare con disinvoltura il ristretto perimetro cittadino. Se questo è l’obiettivo le dimissioni del Cda del Collegio dei Rettori vanno appuntate come una sorta di anno zero per la comunità.