di Paolo Di Marco

Enna nobile decaduta? Probabilmente solo decaduta. A leggere e rileggere l’attuale parte che recita il capoluogo di provincia, o meglio l’ex, si direbbe proprio solo ed essenzialmente decaduta. C’è molta più vivacità nei centri della provincia che in città dove la sonnolenza la fa da padrona. Abituata a crogiolarsi al sole reddituale di stipendi e pensioni erogati a piene mani dalla prima Repubblica non è riuscita a riprendersi dalla crisi. E così dorme e ogni giorno si avventura in sogni più profondi. Non teme l’imprenditoria che annaspa e soffre, gli stipendi e le pensioni che sono diminuiti nel numero e nella qualità, i turisti che vengono allontanati, i giovani che ormai sono andati tutti via. Non si indigna e non si ribella contro uno Stato e una Regione che la scaricano a mò di uno straccio inutile e puzzolente. Non si indigna e non si ribella per la chiusura dell’accesso autostradale e con la ferrovia che non tiene conto di quanto la città avrebbe bisogno.

Dorme e conserva gelosamente i record per le incompiute: Panoramica, Ciss, ex Ospedale Umberto I°, autodromo e riserva di Pergusa e via con la lista. Con facilità, ingenuità o furbizia si cerca il colpevole di comodo puntano il dito accusatorio sul Comune che rispetto il declino ha si colpe importanti ma non esclusive. Il virus della sonnolenza ha infettato tutti. La politica in primis. Enna da tempo, anzi da anni, non esprime nulla tanto è vero che le segreterie di tutti i partiti più importanti non segnano il nome di un ennese. Hanno trovato spazio uomini e donne di qualità di Piazza Armerina. I due deputati regionali Luisa Lantieri e Fabio Venezia, che bisogna sottolineare più volte lavorano all’Ars con impegno, non sono ennesi. I due deputati nazionali si, Eliana Longi e Stefania Marino, ma vengono eletti con un sistema che non privilegia l’appartenenza al territorio.

Economicamente poi sono i Comuni ad esercitare l’azione di supplenza e si danno da fare per tentare di offrire prospettive al territorio provinciale. E così rispetto alla gestione associata dello Snai, Strategia nazionale per le aree interne, Troina fa da collante per altri 13 Comuni con percorsi, progetti e visioni. E allora decaduta si, nobile no. Enna deve solo chinare lo sguardo e provare disagio per non fare sentire ai Comuni la sua presenza oggi diventata inutile e probabilmente ingombrante. Un plauso a Troina e alle altre realtà comunali che vanno elogiate, supportate e incoraggiate ad andare avanti. Ad occhi bassi bisogna ammettere che da Enna non parte un progetto di politica di sviluppo; Enna non coordina attività turistiche, industriali, artigianali; Enna non propone una sanità capace di far sentire cittadini chi vive in periferia; Enna ha abdicato, non coltiva ed anzi ha sotterrato quel comune senso di appartenenza che prima era forte in provincia; Enna si sente ancora capoluogo ma non lo è più. Il mantra vero e reale continua ad essere uno ed uno solo: “E se ad Enna non ci fossero l’Università Kore e la Dunarea de Jos, le chiavi dell’ex capoluogo sarebbero già in prefettura da tempo.”