di Maria Rosa Emma

ENNA – Mercoledì 22 maggio a Enna, nella libreria Hennaion è in programma la presentazione del libro “Pole pole”. La scrittrice è l’ennese Salvina Alba, professoressa di francese da poco in pensione. Scrive dal 2020, le sue opere, più importanti, oltre a questa, sono “Più grandi illusioni”, “I segreti di Floriania” e “Il bosco di Faggi”. Pole Pole è stato pubblicato nel 2020 ma a causa della pandemia non è mai stato presentato, quindi di fatto anche se sono passati 4 anni della sua pubblicazione questa è la prima presentazione.

“L’enkang è il villaggio circondato da una palafitta protettiva.
All’interno ci sono le capanne disposte in modo circolare attorno a un recinto centrale destinato alle mandre,  a sua volta diviso in tre zone, una per le mucche, una per capre e pecore e una per I vitelli. La sua posizione al centro del villaggio la dice lunga sull’importanza che le mandrie hanno per i Masai.
Di solito ogni enkang ospita una famiglia, la prima capanna a destra e quella del marito, a sinistra quella della prima moglie, la seconda a destra quella della seconda moglie e così via fino alle capanne per i bambini che dai 5 anni in su dormono da soli tutti insieme.
In questo villaggio, ci sono più famiglie”.
“Virginia non sta ascoltando, è immersa nella contemplazione della Rift Valley che si estende a perdita d’occhio.
Ha la sensazione quasi metafisica di potersi librare in volo e sorvolare anche con lo spirito, oltre che con lo sguardo, questa grande fossa tettonica”.
Virginia ha sempre sognato di andare in Africa, in un villaggio Masai. Mira, una sua nuova amica, molto più grande di lei, le propone di Intraprendere insieme questo viaggio.Virginia si immerge anima e corpo in questa avventura, Mira osserva ma guarda tutto con distacco.
Questo libro è un capolavoro perché l’autrice, pur non avendo visitato questi luoghi li descrive con molta minuziosità, frutto di un lavoro certosino ed encomiabile.
Questo romanzo si comporta quasi da saggio, ci insegna che i Masai sono poligami, che per gli uomini basta possedere qualche mucca per “comprare” una moglie.
Le basse capanne dove abitano, hanno una forma ovoidale, costruite dalle donne, realizzate con un intreccio di rami e fango, coperte da pelli di animali, rese solide con lo sterco bovino spalmato per intonacare le pareti e coprire il tetto.
Il compito degli uomini si riduce a portare gli animali al pascolo e difendere il villaggio.
In realtà alle mandrie pensano i ragazzi e non ci sono nemici da cui difendersi quindi gli uomini non lavorano.
L’autrice descrive il sogno di  tutti gli uomini: essere poligami e non lavorare.
Salvina Alba regala ai lettori un incantevole viaggio in Africa rimanendo nel proprio divano di casa.
Come affermava Umberto Eco “chi non legge a settant’anni avrà vissuto solo una vita: la propria.
Chi legge legge avrà vissuto cinquemila anni, c’era quando Caino uccide Abele…”
L’autrice inizia il romanzo parlando di un incontro casuale tra due donne romane: Virginia e Mira, la prima una giovane donna ventenne innamorata da sempre dell’Africa, meta dei suoi sogni, vendeva disegni a Piazza Navona su un marciapiede, la seconda è una fotografa, donna matura e benestante.
Mira propone di regalare un viaggio alla ragazza, partiranno insieme realizzando il tanto agognato sogno della giovane Virginia.
La  meta del viaggio sarà il Kenya, villaggio Masai, questa avventura segnerà la loro vita.
Pole pole  vuol dire “piano piano”, in questa parte del mondo, diametralmente opposto al nostro modo di vivere, non esiste la nostra frenesia, è un’altra dimensione, quasi surreale, magica, bisogna quasi buttare l’orologio che  non ha ragion d’essere poiché non serve, ma Mira continua a indossarlo perché troppo legata alla nostra civiltà, Virginia è invece nel suo habitat naturale.
Sono riportate bellissime descrizioni della natura vergine, incontaminata, agli antipodi del nostro mondo evoluto.
In questa zona dell’Africa descritta nel  testo, colpisce molto il fatto che la poligamia sia molto apprezzata anche dalle donne poiché per loro è un modo per poter dividersi i duri lavori, sembrerebbe un grande segno di resilienza.
L’uomo è un essere fortunato in quei posti perché può oziare dalla mattina alla sera, deve solo procurarsi delle mucche sinonimo di ricchezza per poter avere le mogli.
Questo viaggio in kenia, il confronto con realtà nuove e sconvolgenti, esperienze inusuali, costringeranno le protagoniste Mira è Virginia a ricostruire se stesse e modificare per sempre il corso delle loro esistenze. Questo luogo è un condensato di emozioni mai vissute, dimenticate dell’umanità civilizzata, quella che ha intrapreso un cammino che la allontana sempre più dalla sua vera natura, quella che non ha mai visto un cielo stellato.
La scrittrice, in queste 264  pagine ha la capacità di catapultare il lettore in un mondo che non gli appartiene, affascinandolo con abitudini lontane  anni luce dalle sue e farlo evadere dalla sua terra.
Le descrizioni sono talmente dettagliate e verosimili che chiudendo gli occhi si  immaginano per filo e per segno i luoghi descritti.
Il linguaggio è colto ma nel contempo pulito e chiaro e scorrevole, mai noioso o prolisso.
In questo testo c’è il confronto con la nostra vita frenetica e questa nuova e sconvolgente realtà africana, esperienze inusuali.
I luoghi descritti sono un condensato di emozioni.
Quando si giunge all’ultima pagina si ha l’impressione di avere intrapreso un grande viaggio che  arricchisce veramente tanto, un libro che tocca e accarezza l’anima.
Complimenti Salvina Alba!!!

La copertina del libro