ENNA – Il Pd Ennese è stato il primo partito a presentare ufficialmente i candidati al parlamento europeo. E lo ha fatto nella parte bassa della città nell’ampia sala dell’hotel Federico II°. Prima che i candidati avessero la parola un fuori programma targato “giovani” con una reprimenda del consigliere comunale di Enna, il ventiquattrenne e prossimo alla laurea in giurisprudenza a Catania, Marco Greco che ha inteso cantarle a candidati, deputati e dirigenti. È stato un j’accuse contro il Pd che ha detta di Greco non ha il coraggio di far parlare i giovani. Non ha usato mezzi termini per accusare la classe dirigente piddina rea di essere impegnata in una sterile opera di autocoservazione. “Non si scommette – dice Greco – per formare, educare e sostenere i giovani in politica.” Se questa è la sintesi l’istantanea dell’andazzo si ritroverebbe in parlamento dove la presenza dei giovani sarebbe sparutissima.
Insomma consigliere Greco non una situazione idilliaca?
“Purtroppo lo spazio ridotto per noi giovani è una costante dentro il nostro Pd ma anche dentro gli altri partiti non notiamo grandi aperture. La classe politica nel suo complesso tende ad autoconservarsi escludendo i giovani.”
Una bacchettata dolorosissima la sua, indirizzata principalmente a chi?
“Certamente per quanto mi riguarda al Pd nazionale che al pari degli altri partiti tende a diventare sempre più il contenitore degli eletti con l’unico fine di autoconservarsi. In questo contesto i personalismi la fanno da padrone”.
Se a livello nazionale denuncia steccati, in provincia come va?
“Non metto il naso fuori dal condominio di appartenenza. Noto con soddisfazione che nel mio partito siamo in controtendenza e allo stesso tempo vantiamo le percentuali fra le più alte di tutta Italia.”
Come dire invertire la tendenza e puntare sui giovani paga?
“Dati alla mano il Pd di Enna lo dimostra da anni. Tanto per fare un esempio: i segretari comunali di quattro fra i più grossi comuni sono trentenni: Enna, Piazza Armerina, Leonforte e Troina. Ma anche in altre realtà i trentenni, o giù di lì, guidano la politica comunale. E dire che a causa della forte e persistente emigrazione ogni giorno ci viene più difficile imporre nuovo personale alla guida del partito. Basti dire che tre nostri dirigenti provinciali di spicco lavorano a Milano, Pavia e Torino e quindi giocoforza sono assenti. Mancanza di opportunità lavorative e conseguente emigrazione sono le piaghe endemiche della nostra provincia dove non ci sono più giovani ed è quindi molto più difficile chiedere all’elettorato un voto giovane.”
Consigliere Greco, il suo ragionamento porta a interrogarsi sulla reale e drammatica problematica che attanaglia tutto il territorio provinciale, l’emigrazione giovanile?
“E’ la vera emergenza e si fa poco o nulla per affrontarla sistemicamente. Non esiste una politica del lavoro che guarda al futuro e in provincia non c’è famiglia che non abbia almeno un figlio che lavora fuori. E a scanso di equivoci e per mettere definitivamente da parte il passato non è possibile pensare che il settore pubblico possa sostituire quello privato. Il pubblico deve promuovere e sostenere le condizioni affinchè il privato faccia impresa. E questo oggi ad Enna non succede, anzi registriamo paradossi che hanno dell’incredibile.”
Siamo curiosi, può essere più preciso?
“Le faccio un esempio che rappresenta l’andazzo generale di come il territorio non tende ad affrontare le sfide e quindi paga pegno in campo produttivo e occupazionale. Prima delle elezioni comunali l’attuale sindaco Dipietro, con grande sua soddisfazione, firmò una delibera dal sapore populista, e disse no al 5G e quindi no alla trasmissione veloce dei dati. È stata una pessima decisione che taglia fuori il territorio dal mondo del lavoro. Aggiungo ancora che non ha preso posizione per tempo per avere la stazione ferroviaria ad Enna e la città si trova scollegata con il collegamento veloce Palermo Catania. Gli esempi e le opportunità volate vie sono numerose.”
Lei sostiene che l’impresa privata non cresce e si afferma perchè c’è un pubblico che non fa bene il suo mestiere?
“Non lo dico io, lo dicono i fatti. Se oggi apro un’azienda a Dittaino sono sicuro di avere tutto un retroterra di servizi che sostenga la mia impresa? Assolutamente no. L’imprenditore paga le tasse ma non riceve adeguati servizi dal pubblico necessari per diventare competitivo. Oggi ad Enna c’è solo un investimento redditizio che pur rimanendo, per così dire, minimalista produce guadagno.”
Quale?
“Comprare una casa ad Enna bassa e poi affittarla a studenti. Non mi pare però che sia il massimo per fare strada nell’imprenditoria.”
Se ad Enna bassa investi e metti in tasca un reddito nella parte alta il centro storico soffre?
“Non saranno certamente gli spot dell’amministrazione comunale che vuole vendere abitazioni ad un euro che lo risolleveranno. Le percentuali sull’emigrazione giovanile sono altissime e in costante ascesa negli ultimi 10 anni. Se uniamo la crisi delle aree interne alle mancate iniziative del Comune la frittata è bella e servita.”
Il fenomeno dell’emigrazione giovanile è troppo vasto per addossarlo ad una sola mancata attività del Comune?
“Sicuramente il Comune non può far tutto ma può fare e non fa. Riguardo le politiche giovanili, mi domando quali sono le iniziative rivolte ai giovani? Quanti spazi di ritrovo sono stati adottati? Da quanti anni il Palatenda è chiuso? Per andare sul concreto e senza fermarsi ai singoli interventi il vero problema sta nel fatto che a questa amministrazione manca un progetto di rilancio della città che abbia una prospettiva. Oggi è impegnata solo a dirimere l’ordinarissima amministrazione. Insomma tira a campare e così non si va lontano.”
Per finire, la sua ricetta?
“Ripeto – conclude Marco Greco – è un errore pensare che il settore pubblico possa sostituire il privato. È invece un obbligo morale e politico mettere il privato nelle condizioni di lavorare e investire”.