di Paolo Di Marco

Il territorio ennese oggi guarda con grande determinazione a due settori: Sanità e Università. Sono comparti che si integrano a vicenda con l’Asp che si interconnette con le facoltà di Medicina della Kore e della Dunarea de Jos. Tutti assieme assicurano alla provincia economia, presenza e prospettiva. Solo il comparto Sanità conta oltre due mila addetti. Di converso reclamano attenzione quella che a volte c’è e che a volte va ricercata. Recentemente nella Asp di Enna, come nelle consorelle siciliane, il presidente della Regione Renato Schifani ha provveduto a cambiare passo con la nomina al vertice di un commissario straordinario Mario Zappia al posto del manager Francesco Judica. Una decisione che il segretario organizzativo regionale della Uil, responsabile in provincia anche del comparto Sanità, Giuseppe Adamo valuta come normale, non lo sarebbe più nel caso in cui la nomina del commissario straordinario si protraesse nel tempo: “Allora la decisione del presidente della Regione si trasformerebbe in una sorta di spot elettorale, ma non voglio crederci. È veramente improcrastinabile che le nostre strutture sanitarie siano dotate di guide capaci e attente pronte a superare la straordinarietà”.

La Regione si è intestata anche la battaglia alle lunghe liste di attesa che di fatto vanificano il diritto alla salute e alla cura di ogni singolo cittadino siciliano?

“Condivido questa presa di petto del problema. Voglio capire se verrà fatto tutto quanto occorre per dare una soluzione vera e concreta alla problematica. Oggi in Sicilia insiste una situazione intollerabile. Molti malati emigrano per ottenere cure appropriate con un dispendio economico e di energie davvero pesante. E chi non ha questa capacità di spesa non si cura. Aggiungiamo poi che l’emigrazione giovanile ci fa perdere quotidianamente tantissime professionalità. La somma rende evidente il dramma della Sanità siciliana.”

Quale soluzione propone la Uil?

“Nessuna alchimia ma buon senso e conoscenza delle problematiche. E quindi sviluppo della medicina territoriale, deospedalizzazione, dotazione organica completa e una migliore e più proficua organizzazione del lavoro. Il tutto inserito in un bacino dove la professionalità e la disponibilità la facciano da padrone.”

A proposito di dotazione organica. Da ogni parte arrivano segnalazioni di enormi buchi nel numero del personale e questo inficierebbe l’impegno di tutti e quattro gli ospedali della provincia?

“Per sommi capi, ma di certo non ci allontaniamo molto dalla realtà, possiamo dire che nell’ambito sanitario ennese mancano almeno 290 unità. Cento medici, cento infermieri e 90 operatori socio sanitari.”

Proprio riguardo quest’ultima figura insisterebbe un malessere particolare. Pare che in un ospedale della provincia gli operatori socio sanitari sono soggetti a direttive che non li premiano anzi li demansionerebbero a favore di soggetti che non fanno parte dei ruoli del personale dell’Asp?

“Sono stato informato di questa situazione che purtroppo pare sia vera. Come sindacato interverremo per accertare i fatti. Se il tutto verrà confermato chiederemo con forza e determinazione di ripristinare le legittime condizioni di lavoro.”

Qual è il livello di qualità offerto dalla Sanità ennese?

“Nei reparti esiste una grande professionalità migliorata negli anni grazie all’investimento operato dalla passata amministrazione. Oggi questa professionalità si rafforza ad opera delle due facoltà di Medicina che sono attive ad Enna. L’offerta quindi è buona ma è necessario che gli operatori interagiscono e quindi ci sia uno scambio reciproco di professionalità e conoscenze fra i reparti dei quattro ospedali.”

Una qualità che si ritrova anche nell’utilizzo di macchinari di ultima generazione?

“Sicuramente. Sono stati fatti grandi investimenti per dotare le strutture di apparecchiature all’avanguardia ed oggi abbiamo una diagnostica di primo livello.”

La Regione, come detto, ha recentemente rinnovato i vertici delle Asp, e ad Enna c’è stato il passaggio di consegne fra Judica e Zappia. Quest’ultimo è ancora commissario a breve dovrebbe essere nominato manager. Qual è la sua valutazione?

“La decisione di cambiare i vertici di un ente appartiene alla politica – continua il segretario regionale organizzativo della Uil – e noi siamo rispettosi delle prerogative espresse da altri soggetti. Detto questo attendiamo dopo le elezioni europee decisioni da parte del presidente della Regione in direzione della stabilità nel tempo. Dal vertice dell’Asp 4 ci aspettiamo invece l’apertura di un confronto sull’organizzazione del lavoro per avere chiaro com’è distribuito il personale. Il numero in servizio è carente, lo ripetiamo, ma quello in servizio deve essere utilizzato bene, secondo competenze, professionalità e qualifica.”

La carenza di personale fa temere per l’approssimarsi dell’estate. Ferie e malattie, che nessuno si augura ma che alla fine rientrano nel conteggio quotidiano, potrebbero mettere a repentaglio il funzionamento di molte Unità?

“E’ vero per questo motivo chiediamo al vertice dell’Asp un incontro urgente anche per valutare compiutamente decisioni che ci sono nell’aria.”

Quali, per esempio?

“Sembra che all’ospedale Umberto I si vorrebbero unificare i reparti di Medicina e Lungodegenza. Se così sarà la preoccupazione è forte perchè verrebbero a sommarsi 34 posti letto con solo 14 infermieri dei quali ben 4 sono fruitori della legge 104. Un organico così ristretto non porta serenità nel lavoro. E questo è solo un esempio considerato che a soffrire sono tutti i reparti.”

Nei palazzi della Regione si sostiene che quattro ospedali sono un lusso per una popolazione così ristretta come quella che vive in provincia di Enna. Lei cosa ne pensa?

“Se lasciamo ogni decisione alla sterile teoria allora la tesi di chi vorrebbe tagliare è giusta. Ma la stessa tesi deve essere calata e verificata su un territorio che presenta gravissime difficoltà orografiche e di comunicazione. Il diritto alla salute va speso nel concreto e i quattro avamposti sono necessari. Altro discorso è la funzionalità degli stessi. Qui – conclude Giuseppe Adamo – è fondamentale che tutte e quattro le strutture si sentano parti importanti e integranti della stessa squadra mettendo da parte gli anacronistici e inutili campanilismi.”