di Adelina Cavaleri 

ENNA – “Su tutti un grande, colpevolissimo assente, il governo Schifani. Infatti, il lago, va detto e ribadito, è proprietà della Regione Siciliana, e la Riserva naturale del lago di Pergusa, che è gestita da quella che un tempo era la Provincia regionale di Enna, è un pezzo dell’amministrazione regionale affidato, troppo spesso senza fondi, al suddetto ente locale”. È quanto denunciato più volte da Giuseppe Maria Amato, referente Gestione risorse idriche di Legambiente Sicilia.

Ed era stata proprio Lega Ambiente già nel 2023 a denunciare diverse volte le condizioni del Lago di Pergusa, ottenendo anche un tavolo tecnico per affrontare la crisi. Diverse furono le dichiarazioni da parte dei vari enti, che si sarebbero attivati proprio per trovare soluzioni adeguate ad affrontare questa crisi.

“Il Governo regionale siciliano ha dimenticato che il lago è di sua proprietà – dichiara Giuseppe Maria Amato – durante il tavolo tecnico c’erano state tante promesse, tra le quali re istituire il monitoraggio che una volta funzionava sul lago, sino al duemila quindici. E che oggi non viene assolutamente messo in atto. Il taglio degli eucalipti che sono delle specie autoctone, ma che stanno letteralmente succhiando migliaia e migliaia di litri di acqua al giorno. – continua Amato – La pulizia dei canaloni, in parte realizzata dagli enti, comune e libero consorzio, ma che deve essere guidata da una sorta di complesso organico di interventi. Queste cosa vanno fatte subito”. “Il silenzio assordante del governo regionale da un lato, e dall’altro del ministero dell’ambiente, – conclude – non può che essere considerato come una grave colpa nella conservazione della natura”.

E nelle scorse ore anche il presidente regionale di Italina Nostra Leandro Janni si fa avanti dichiarando “La grave siccità e la disattenzione degli enti pubblici stanno determinando la scomparsa del lago di Pergusa”, che ha anche inviato una foto di quello che è rimasto di una delle più belle riserve della Sicilia centrale. ” In questi giorni di giugno del 2024 il lago è scomparso, non per un capriccio degli dèi, ma in conseguenza della quasi totale desertificazione del suo fondale “. “La scomparsa, determinata soprattutto alla gravissima crisi climatica che attanaglia la Sicilia, – conclude – è stata accelerata dalla totale disattenzione e dall’inerzia degli enti pubblici responsabili. Su tutti il governo della Regione Siciliana e il Ministero dell’Ambiente. Un fatto gravissimo e fortemente, drammaticamente simbolico. Ancora una volta, dunque, insieme alle altre associazioni culturali e ambientaliste, sollecitiamo le istituzioni competenti a intervenire con adeguati, immediati interventi di ripristino ecologico e di salvaguardia”.

La situazione del lago versa quindi in condizioni disastrose, ragione per cui bisogna ricorrere ai ripari, per provare a salvare il salvabile.