di Martina Bascetta
Piazza Armerina – Giovedì 11 luglio, appuntamento con l’open day di ARCHLABS. Dalle 10 alle 13, infatti, i visitatori interessati potranno osservare i lavori di scavo avviati e condotti dai partecipanti alla summer school 2024 sul sito della Villa Romana del Casale.
Quella del 2024 è la terza edizione della summer school internazionale “ARCHLABS. Archaelogical Heritage in Late Antique and Byzantine Sicily” a cui, dal 23 giugno al 13 luglio, partecipano studenti italiani, greci, spagnoli, slovacchi, statunitensi e svedesi. Il tutto nell’ambito della convenzione tra il Parco Archeologico Villa Romana del Casale e Morgantina, l’Università di Bologna, il CNR e con il patrocinio del Comune di Piazza Armerina e la collaborazione del Gruppo Archeologico L. Villari di Piazza Armerina, di Energy & Enviromental Lab – Ambiens s.r.l. e di Agieo Viaggi s.r.l.
Il sito della Villa é un campo-scuola di approfondimento sull’edilizia abitativa nella Sicilia tardo-antica. Il programma unisce approcci teorici tradizionali a contenuti basati sulle tecniche digitali per l’indagine, la raccolta dei dati e la gestione degli archivi ai fini della pratica e della ricerca archeologica. L’obiettivo è fornire ai partecipanti un’opportunità di apprendimento completa che unisca teoria e pratica, adottando l’intera gamma delle metodologie in uso nell’archeologia contemporanea.
Lo scavo interessa, in particolare, l’area occidentale del complesso monumentale, nella zona adiacente ai magazzini, individuati durante le indagini condotte tra il 1983 e il 1988 e successivi ampliamenti. Le attività hanno finora rivelato la presenza di strutture riferibili alla fase tardoantica (IV-V secolo) e arabo normanna (X-XII secolo).
Isabella Baldini, professoressa di archeologia cristiana e medievale presso l’Universitá di Bologna e direttrice dello scavo archeologico di ARCHLABS 2024, così commenta: “L’esperienza è stata anche quest’anno molto positiva, da un lato sul piano scientifico con risultati importanti che riguardano la continuità d’uso della Villa fino alla prima età bizantina e alla rioccupazione medievale; dall’altro per l’interazione con le università straniere che crea sempre un ambiente stimolante e di reciproco scambio umano e culturale sia per i docenti che per gli studenti” e aggiunge: “molti di loro muovono proprio a Piazza Armerina i primi passi nell’archeologia, utilizzando anche le tecnologie più avanzate per il rilievo e la documentazione, senza tralasciare un’imprescindibile base storico-umanistica”.