di Adelina Cavaleri

“La recente operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ha consentito di far luce su due sodalizi mafiosi ennesi presenti a Regalbuto e Pietraperzia e sui metodi criminali utilizzati per il controllo del territorio. Oltre ai consueti affari illeciti, desta molta preoccupazione la scoperta di consistenti arsenali di armi da fuoco, perfettamente funzionanti e pronti all’uso, che ci consegnano l’immagine di un’organizzazione mafiosa dotata di un braccio militare in grado di colpire chi si oppone”. Lo dichiara Fabio Venezia, deputato ennese e componente della Commissione regionale antimafia.

“Il nostro plauso – continua il parlamentare ennese – va alla DDA di Caltanissetta, alla Sisco di Caltanissetta, alla Squadra mobile di Enna e al Commissariato di Leonforte per questa importante operazione che conferma come “Cosa nostra” sia ancora organicamente presente nel territorio ennese e molto legata alle grandi famiglie mafiose etnee e, in particolare, al clan Santapaola”.

“In questo allarmante quadro di oppressione mafiosa – conclude Venezia – è per fortuna presente, nel caso di Regalbuto, un’associazione antiracket molto attiva, formata da valorosi commercianti e imprenditori, un importante tessuto produttivo, formato da piccole e medie imprese che esportano in tutto il mondo, un’autorevole istituzione bancaria, la BCC La Riscossa, molto radicata nel territorio locale, una classe di professionisti seria e preparata ed una matura e consapevole società civile capaci di attivare i necessari anticorpi e di porre un argine agli affari criminali dei clan del territorio, collaborando con gli apparati dello Stato”.