di Antonella Pagaria
Marco La Duca è responsabile dell’Unità Operativa Semplice del Csm Enna, Centro di salute mentale, dal 2022, in servizio dal 1994.
Dottor La Duca, da quante unità è composto il reparto:
Comincio col dire che la carenza di personale è imponente. Dovremmo essere, infatti, tre psichiatri, ma in questo momento siamo in due, poiché una collega è in maternità. Una di noi due poi si occupa principalmente di disturbi alimentari e resto in molti momenti solo io a occuparmi di psichiatria, con inevitabile allungamento delle liste di attesa, purtroppo anche di 3 mesi. Sottolineo che anche gli altri 3 CSM della provincia sono in grandissima sofferenza. Inoltre, bisogna anche sottolineare che i pochi colleghi più giovani che vengono assunti, spesso chiedono, dopo poco tempo dalla immissione in servizio, il trasferimento presso centri più grossi di Enna, ove sicuramente però la psichiatria è più complicata da gestire, poiché possono esservi delle interferenze non solo psichiatriche. Pensiamo per esempio ad un quartiere periferico e problematico di una grande città, come Catania o Palermo ove vi sono altre peculiarità che si aggiungono ai casi psichiatrici come delinquenza o disagio sociale diffuso e pertanto gli psichiatri sono una delle categorie più esposte ai rischi ad essa connessi, come si evince, infatti, dagli ultimi fatti di cronaca. Non abbiamo personale adeguato che possa garantirci sicurezza. Faccio un esempio: il corpo di guardia di Polizia al Pronto Soccorso di Enna lavora nelle ore diurne, di notte c’è la vigilanza privata che non ha le stesse prerogative e incombenze della Polizia di stato. Quindi c’è una mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro legata anche alla mancanza di personale parasanitario, infatti anche gli infermieri sono carenti.
Quali sono le patologie psichiatriche più ricorrenti?
Se dobbiamo fare un discorso generale, le patologie nevrotiche di tipo depressivo, seguono le patologie psicotiche come, ad esempio, la schizofrenia e il disturbo bipolare. Se dobbiamo però fare un discorso più dettagliato, c’è da dire che negli ultimi quattro anni, post pandemia, il bombardamento mediatico che c’è stato sulla popolazione generale è stato devastante. Io già lo dissi quattro anni fa che avremmo avuto un aumento esponenziale delle patologie psichiatriche ed infatti abbiamo quintuplicato le patologie nevrotiche come ansia, depressione, ipocondria e fobie. L’ultimo caso che ho appreso qualche giorno fa è di due fratellini che da quattro anni non vogliono guardare più la televisione, scioccati e traumatizzati da quello che hanno visto e sentito. Non vogliono neanche guardare più i cartoni animati!
Quindi il Covid ha avuto sicuramente un impatto negativo sulla psiche della popolazione.
Direi più la gestione del Covid, perché il covid ha avuto l’impatto che hanno tutte le malattie. Ricordo, per esempio, la famosa influenza asiatica che ci fu negli anni 60 e che ebbe un impatto prevalentemente fisico più che psichico, perché non ebbe la stessa risonanza mediatica. La diffusione invece del covid, ad opera dei mass media è stata invece molto ampia, probabilmente per alimentare la campagna vaccinale. È stato creato terrore e purtroppo l’utenza è aumentata, mentre noi psichiatri stiamo anche diminuendo come numero, anche perché la politica in generale, degli ultimi quindici anni, del numero chiuso nelle facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione non favorisce il giusto ricambio tra coloro che vanno in pensione e quelli che dovrebbero sostituirli. Questo determina una mancanza di offerta non commisurata all’aumento della domanda. Basterebbe organizzarsi con gli specializzandi di quarto anno, inserendoli nel mondo del lavoro anche con un contratto a tempo determinato e poi stabilizzarli dopo la specializzazione.
Qual è l’impatto delle malattie psichiatriche sulla società?
Se parliamo di malattie gravi, croniche inguaribili come la schizofrenia, che può certamente essere curata, ma dalla quale ad oggi non si può guarire, questa si controlla facilmente. Il problema nasce per quei soggetti che non hanno un background familiare e sociale di supporto adeguato. Quei soggetti che vengono un poco “persi” potremmo dire, che non vengono trattati e possono anche diventare delle mine vaganti non avendo cure adeguate, né possiamo con questi numeri assicurare interventi più capillarizzati sul territorio. Siamo troppo pochi. Il CSM di Enna gestisce un territorio di circa sessantamila abitanti con un comprensorio che abbraccia Enna, Calascibetta, Villarosa, Valguarnera, Catenanuova e Centuripe. Siamo quindi due psichiatri per sessantamila abitanti. Per fortuna con la polizia locale territoriale si è instaurato un buon rapporto e la collaborazione a distanza ci agevola molto.
Purtroppo, a proposito della mole di lavoro, dobbiamo pure dire che è aumentato il carico da parte delle procure che ci stanno onerando di trovare supporto e posto nelle strutture psichiatriche che abbiamo nelle province. Le comunità terapeutiche vengono spesso anche riempite da persone che devono scontare delle pene, pazienti psichiatrici che hanno commesso dei reati e che i magistrati vogliono far scontare in comunità. Infatti, le comunità sono poche e piene di questi soggetti che dovrebbero stare nelle Rems, (residenze per le misure di sicurezza ndr), quindi spesso si mischiano due tipologie di pazienti che non sono compatibili tra loro e siamo onerati pure di questo. Le carceri hanno una richiesta continua di psichiatri poiché vi sono malesseri dovuti al genere di vita che si conduce e al loro sovraffollamento. Come Csm ci occupiamo pure del reparto ospedaliero e abbiamo anche le reperibilità da gestire.
I Tso (Trattamenti sanitari obbligatori) sono in aumento o in diminuzione?
Per quanto riguarda l’utenza Sert adesso Serd (servizio dipendenze) i Tso sono aumentati. Arrivano spesso di notte tossicodipendenti e alcolisti e anche di un certo tipo, perché ci sono nuove sostanze di cui spesso non siamo a conoscenza, come effetti e/o incompatibilità con il nostro armamentario farmacologico. Siamo bombardati da una serie di input e come dicevo la situazione è critica, anche a causa dell’esonero dalla PD (pronta disponibilità ndr) ospedaliera dei Colleghi SERD, che naturalmente non avviene solo ad Enna.