di Martina Bascetta
PIAZZA ARMERINA – Un’interessante analisi sulla società statunitense e sul significato sotteso alle ultime elezioni statunitensi è stata oggetto del primo appuntamento organizzato dall’ Università Popolare del Tempo Libero “Ignazio Nigrelli”. Elisabetta Grande, esperta americanista, ha inaugurato l’a.a. 24/25 di UPTL, fornendo ai numerosi intervenuti un inatteso punto di vista sull’esito delle elezioni più criticate di sempre e culminate con l’elezione di Donald Trump. Perché gli americani, aldilà del particolarissimo sistema di voto, hanno scelto Trump? La risposta per Grande va cercata nella realtà sociale statunitense, caratterizzata da grandissima e sempre più dilagante povertà, nonché da lavoratori sfruttati oltre ogni limite e privati dei diritti a vantaggio di una piccola cerchia di ricchi che amplificano sempre più la loro ricchezza a scapito del resto dei cittadini.
La professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso l’Università del Piemonte Orientale ragiona con gli oltre 140 intervenuti sull’immagine costruita dagli “States” per ergersi a miglior modello di democrazia del mondo; la più antica, la più longeva. Un modello esportato in tantissimi stati, tra cui il nostro che dagli U.S.A ha importato moda, cucina, autovetture e persino orientamenti nelle politiche sociali: “Negli Stati Uniti migliaia di senza tetto vivono per le strade nella totale noncuranza degli altri cittadini e, soprattutto, dei più abbienti. Il sistema legislativo così come quello elettorale sono sottomessi alla ricchezza di pochissimi che controllano, persino, le università” racconta Elisabetta Grande e aggiunge: “C’è una ragione per cui i poverissimi hanno votato il ‘sovversivo’ Trump ed è che sono stanchi di eleggere democratici sempre più sordi ai bisogni di una società alla deriva, in cui chi è ricco accresce quotidianamente la sua ricchezza e chi è povero ha sempre meno; basta pensare che i senza tetto, in numero inesorabilmente crescente, rischiano di finire in carcere per il solo fatto di non avere altro luogo in cui vivere che per strada e ad affermarlo è, addirittura, la corte suprema”.
Tasse regressive, welfare in ritirata e il principio della less elegibility ci dimostrano il fallimento di un modello di democrazia costruito ad arte; un’immagine che con l’elezione di Trump, antidemocratico senza veli, è destinata a crollare definitivamente. Di fronte a questi Stati Uniti non resta che la speranza di un’Europa che riesca a discostarsi, una volta per tutte, da un sistema non più aderente alla realtà; un modello da evitare piuttosto che un esempio da seguire.