di Martina Bascetta
PIAZZA ARMERINA – Si svolgeranno domani pomeriggio alle 15:30 presso la Basilica Cattedrale i funerali della quindicenne Larimar Annaloro. Il supposto suicidio della giovane, ancora al vaglio degli inquirenti, ha trascinato la città dei mosaici sotto scomodi riflettori, guadagnandosi una fama da cronaca nera che fa tutt’altro che onore alla cittadina piazzese e che, tuttavia, ha gettato luce sullo spettro di una generazione di adolescenti problematica oltre ogni aspettativa.
L’utilizzo smodato e fuori dal necessario controllo di social e chat tra i giovanissimi ha acuito piaghe sociali onnipresenti e difficili da arginare, come il bullismo che con la generazione Z ha solo aggiunto il prefisso cyber. Ma il cyberbullismo ha reso la vita delle giovani vittime ancora più grama, potendo queste ultime subire una gogna sociale esponenzialmente maggiore rispetto al passato a causa della facilità nella condivisione di informazioni a mezzo social, siano queste foto, video, reel, TikTok o similia. L’autopsia al corpo di Larimar, disposta dal tribunale dei minori di Caltanissetta, pare non abbia confermato i sospetti della famiglia che, più volte, ha osteggiato il riconoscimento del suicidio della figlia, parlando invece di omicidio.
La verità processuale farà il suo corso acclarando, una volta per tutte, i tragici fatti e le relative responsabilità. Ma, un’unica quaestio residuerà in capo alla comunità piazzese: il perché di un così estremo gesto. Probabilmente da rimettere in discussione è tutto il contesto educativo in cui i giovanissimi non trovano i giusti stimoli o i corretti esempi per formare la propria personalità. Sicuramente da rivedere sono le priorità di scuola e famiglie tutte che, di fronte alla morte di Larimar e alle dinamiche a questa sottese, dovrebbero riconoscere un pizzico di personale fallimento.