di Martina Bascetta

PIAZZA ARMERINA – Venerdì 10 gennaio, primo incontro dell’anno per l’Università Popolare del Tempo Libero “Ignazio Nigrelli” con ospite Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000, Aly Traoré, cooperante circolare e Edit Onome, interprete e mediatrice per Don Bosco 2000. Un momento dedicato all’analisi e alla comprensione dello scottante tema dei migranti, la cui narrazione politica sembra ancora ignorare la verità statistica e le prospettive del fenomeno migratorio dei prossimi decenni. Pare, infatti, inevitabile l’accentuarsi delle migrazioni poiché connesse all’aumento inarrestabile della popolazione mondiale; crescita di cui, nel 2050, quella africana rappresenterà circa il 25% del globale. Un trend che si palesa da decenni, ormai, a partire dal contesto locale di un comune come quello di Piazza Armerina che, nel 2014, contava 400 stranieri (di varia provenienza) e oggi ne registra ben 1222.

Don bosco 2000 che, fondata nel 1998, perseguiva dapprima progetti dedicati esclusivamente alla popolazione locale, dal 2011 ha cominciato ad aprire i propri orizzonti all’ accoglienza dei migranti, giungendo oggi a contare tredici centri di accoglienza in Sicilia, nonché uno staff di 130 operatori.

“L’accoglienza, per noi, ha sempre avuto un grande significato. Non si accoglie solo offrendo un letto e un pasto caldo, ma bisogna farlo nel modo giusto, comprendendo le necessità alla luce anche dei costumi e delle tradizioni del luogo di provenienza” racconta Agostino Sella, citando aneddoti tratti dall’esperienza pluriennale svolta sul campo.

Don Bosco 2000 che, nel 2024, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della visita del presidente della repubblica italiana, Sergio Mattarella, e del presidente della repubblica federale tedesca, Frank-Walter Steinmeier, punta dal 2016 ad un progetto di cooperazione circolare. Lo racconta con emozione Aly Troré che, sbarcato a Catania nel 2014, non ha mai smesso di formarsi e oggi dirige l’Ostello del Borgo di Catania, mentre continua gli studi universitari: “Con Agostino ho accettato la sfida di perseguire il progetto di cooperazione circolare in Senegal, Gambia e Mali così da dare un futuro lavorativo a chi non vede altre opportunità che migrare clandestinamente. Con la cooperazione circolare si formano lavoratori e si creano imprese che saranno gestite dai primi, una volta autonomi e consapevoli dei processi produttivi. I nostri progetti consentiranno a molti di formarsi per qualche tempo in Italia, evitando di giungere come migranti irregolari” afferma Aly, raccontando dettagli sul suo viaggio verso l’Italia tra deserto, trafficanti di esseri umani, un mare imprevedibile e la fortuna di esser stato accolto da Don Bosco 2000. “Ho cinque fratelli e tre sorelle e vorrei dar loro  l’opportunità di non partire per un viaggio spesso fatale e pieno di insidie, come ho fatto io e come fanno ancora moltissimi” conclude Traoré. “L’accoglienza è saper non solo interpretare i bisogni ma anche mediare in molte situazioni” esordisce Edit Onome, nigeriana naturalizzata italiana, raccontando la sua esperienza di interprete, mediatrice e, poi, risorsa fondamentale nell’inserimento di molti ospiti migranti presso aziende locali: “Alcuni sostengono che i migranti privino gli italiani di posti di lavoro, ma i ragazzi che ho seguito svolgono attività nei settori di agricoltura, artigianato, ristorazione e assistenza alla persona che quasi nessun italiano accetterebbe di fare” conclude Edit, affermando orgogliosamente di aver favorito la stipula di 64 contratti di lavoro nell’anno appena trascorso.