di Francesca Maria Germanà
ENNA – Dal paradiso al paradiso. Angelo DI Dio ha concluso la sua missione sulla terra ed è tornato nel luogo da dove era partito sessantotto anni fa!
È facile pensare che i compagni di scuola prima, i colleghi nel corso degli studi poi, le molteplici persone a cui si è presentato nella sua sfaccettata carriera nel mondo scolastico e politico, si siano soffermati per un attimo sull’accostamento del suo nome Angelo, al suo cognome Di Dio. Un’unione singolare che rinvia dal significante al significato. Ebbene, i numerosi alunni e docenti che l’hanno conosciuto, possono affermare che egli ha vissuto di fatto accanto a loro, svolgendo la funzione di custode che ha guidato, consigliato e tutelato i componenti delle scuole in cui egli è stato preside. Mi piace scrivendo di Angelo Di Dio chiamarlo Preside e non Dirigente scolastico, poiché egli, pur essendo stato a capo di istituti che comprendevano scuole di diverso ordine, grado e indirizzo, ha continuato a rivestire quel ruolo del Preside dei tempi passati, di quando egli frequentava la scuola da scolaro. Quel Preside che conosceva non solo i nomi degli alunni,dei docenti, del personale ATA, ma anche le loro situazioni personali o familiari. La rappresentante del Liceo Linguistico “M. L. King” di Agira, appresa la triste notizia della dipartita di colui che era stato il Preside della sua scuola fino a un anno e mezzo fa, dopo aver espresso la sua amarezza per l’accaduto, ha rimarcato un suo tratto distintivo: “Sapeva ascoltarci e cercava sempre una soluzione ai nostri problemi”. È stato ed è rimasto un educatore, dunque. Uno che ascoltando capiva l’indole degli alunni e riusciva a dare risposte mirate al caso. Percependo tale vicinanza essi rafforzavano la stima in se stessi, diventando alunni consapevoli e sicuri, pronti ad affrontare le molteplici difficoltà che la vita riservava loro.
Anche i docenti sapevano che ci sarebbe stato sempre il suo orecchio pronto ad ascoltare le loro richieste. Ne seguivano risposte chiare e puntuali, che lasciavano comunque soddisfatto il richiedente. Ecco un altro tratto distintivo dell’educatore: spiegare sempre il perché di una risposta, negativa o positiva che sia! Quando era lui a prendere la parola alla fine di eventi istituzionali, erano docenti, alunni e talvolta cariche politiche e religiose ad ascoltare i suoi discorsi. La capacità di sintesi, la scelta di parole comprensibili e mai scontate, il pensiero profondo e le immancabili battute ironiche conferivano ai suoi interventi autorevolezza e leggerezza, instillando spunti di riflessione in coloro che avevano introiettato il suo messaggio.
Ci mancherai Preside!