di Martina Bascetta

PIAZZA ARMERINA – Tre donne, poetesse contemporanee, sono state al centro dell’ultimo incontro dell’Università Popolare del tempo libero  “Ignazio Nigrelli” con ospite la scrittrice e redattrice culturale per “Il Manifesto”, Alessandra Pigliaru. La conversazione, avviata da Maria Lo Presti, ha coinvolto il pubblico in un’interessante riflessione su pensiero, prosa e versi di tre donne nate tra il 1948 e il 1951.

Ida Travi, Mariangela Gualtieri e Chandra Candiani si sono distinte per l’uso della parola non come arma, ma lode della bellezza del mondo, senza celarne le evidenti brutture e contraddizioni.

“Le loro liriche puntano all’essenza della nostra esistenza e all’importanza di riconoscerci umani, sia pure in un contesto spaziale non esente da guerre e turbamenti” esordisce Alessandra Pigliaru. “Un narrato quanto mai utile in tempi come quelli che viviamo, tra social e belligeranza, e con le poesie che rimangono sul limite degli elementi di base per la vita con una forma semplice e quasi di preghiera” osserva Pigliaru. “Integrare il dialogo con la poesia, soprattutto a firma di donna, è oggi un atteggiamento rivoluzionario” sostiene la scrittrice sottolineando come, in tutti i campi, siamo chiamati ad assicurare una “produttività” che non lascia spazio alle fragilità e vulnerabilità di ciascuno. Eppure la vera forza è quella di sapersi imperfetti, in grado di scardinare la visione socialmente imposta di dover essere sempre migliori, sempre più performanti. Solo riconoscendo le nostre debolezze e condividendole con gli altri, saremo più forti. “La poesia, poco ricercata dai più, può aiutarci in questo percorso di conoscenza, perché é breccia verso nuove prospettive, avendo cura della propria interiorità”.