PIAZZA  ARMERINA – “In qualità di Assessore alla Sanità del Comune di Piazza Armerina e, prima ancora, come Consigliere comunale, ho sempre sentito il dovere – prima umano che istituzionale – di difendere con forza e determinazione il nostro ospedale”. A parlare è l’assessore piazzese Concetto Arancio.

Secondo l’esponente della giunta comunale presieduta da Nino Cammarata, il Chiello, “sebbene formalmente aperto, è stato negli anni progressivamente svuotato di risorse, servizi e personale”. “Oggi – prosegue – siamo davanti a un quadro drammatico, che non possiamo più ignorare né rimandare. Non sono solo a lanciare questo grido di allarme. Al mio fianco c’è il Sindaco, l’intera Amministrazione Comunale, iI consiglio comunale e tutta la comunità cittadina, stanca di essere ignorata e privata del diritto alla salute”.

“Non è più tollerabile che un ospedale di base, classificato come presidio per acuti e dotato di un pronto soccorso attivo H24, versi in condizioni tanto critiche nei suoi reparti fondamentali. L’Ortopedia, struttura semplice dipartimentale, ha operato per cinque anni con soli due medici e da oltre un anno è affidata a un solo professionista; la Chirurgia, pur disponendo formalmente di quattro medici, non riesce a garantisce la copertura delle urgenze e delle emergenze nelle ore notturne e nei giorni festivi; Medicina, struttura complessa, è rimasta con un solo medico. Si cerca di tamponare con colleghi in pensione e turni occasionali da parte dei medici di Enna; La Pediatria, dopo il pensionamento di uno dei due medici rimasti, è anch’essa affidata a un solo professionista. Anche in questo caso, si cerca di sopperire con medici a progetto, sempre da Enna, ma senza alcuna garanzia di reperibilità”.

“Questa situazione è ormai insostenibile. I cittadini hanno diritto a un’assistenza sanitaria sicura, continua e dignitosa. Non è questa l’assistenza che una comunità merita. Non è questo il modello sanitario che possiamo accettare. Questo non è più un ospedale in grado di garantire un’assistenza adeguata. È un presidio abbandonato, lasciato a sé stesso, che rischia di trasformarsi in un simbolo del fallimento del sistema sanitario territoriale”.

“Il nostro recente silenzio pubblico non è stato disimpegno, ma senso di responsabilità. Sin dall’inizio, come Amministrazione, abbiamo scelto la via del dialogo, rispettando i canali ufficiali e privilegiando un confronto improntato alla correttezza istituzionale. Tuttavia, a seguito della mia formale richiesta di incontro con il Direttore Generale dell’ASP, non ho ricevuto alcun riscontro. È evidente che i tempi dell’attesa e del silenzio sono finiti. Ora è il momento di agire con determinazione. L’ospedale non può più essere tenuto in vita solo dal sacrificio dei pochi medici rimasti, non può essere lasciato all’improvvisazione e alla precarietà e non può più essere ignorato. Per questo abbiamo deciso di avviare un’azione forte e condivisa. Il primo passo sarà la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario, nel quale saranno discusse e approvate le azioni da intraprendere per la difesa e il rilancio del nostro presidio ospedaliero”.

“Siamo consapevoli delle difficoltà, della carenza di personale e del ruolo strategico dell’ospedale di Enna come SPOKE di riferimento. Ma proprio per questo chiediamo equilibrio, rispetto e una reale volontà di trovare soluzioni per garantire la continuità assistenziale anche nei territori più periferici. Non possiamo più accontentarci di rassicurazioni e proclami. Vogliamo impegni concreti, risposte chiare, interventi reali. Il Sindaco, l’Assessore alla Sanità e tutta l’Amministrazione Comunale ribadiscono con forza che questa battaglia non è contro qualcuno, ma per qualcosa: per il diritto alla salute, per la dignità dei nostri operatori sanitari, per la sicurezza dei nostri cittadini. Difendere il nostro ospedale non è una questione politica, ma un preciso dovere morale nei confronti della nostra comunità”.