Fratelli in guerra per due società a Palermo, sequestrati 1,5 milioni

PALERMO (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro di otto immobili e di denaro per un valore complessivo di 1.538.000 euro nei confronti di quattro persone indagate in concorso per il reato di infedeltà patrimoniale.

Le indagini, condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, hanno riguardato due società immobiliari palermitane le cui quote societarie appartenevano a quattro soci (due fratelli e due sorelle); due di loro, a causa di contrasti sulla gestione delle società, esercitavano già nel 2017 il diritto di recesso.

Tuttavia, ritenendo inique le valutazioni delle proprie quote, incardinavano per la risoluzione della controversia un giudizio arbitrale, nel corso del quale apprendevano che i fratelli, che rivestivano il ruolo di amministratori rispettivamente di una e dell’altra società, avevano ceduto alle proprie consorti, successivamente all’esercizio del diritto di recesso da parte delle sorelle, diverse unità immobiliari ubicate in pieno centro cittadino, a un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello di mercato, così depauperando i patrimoni societari.

Le socie recedenti, conseguentemente, sporgevano querela presso la Procura della Repubblica di Palermo per il reato di infedeltà patrimoniale previsto dal codice civile. Gli approfondimenti svolti dai Finanzieri hanno permesso di fare emergere che, per una delle due società, l’amministratore avrebbe venduto alla moglie, nel corso del 2018, sette unità immobiliari tutte facenti parte di un unico fabbricato del centro cittadino palermitano, non solo ad un prezzo non congruo e senza alcuna garanzia, ma avrebbe anche causato alla società la perdita di flussi finanziari di una certa consistenza derivanti dalle locazioni che erano in corso con terzi soggetti e dalla concessione del diritto di superficie per l’installazione di ripetitori di telefonia.

Per l’altra società, l’amministratore avrebbe ceduto alla propria consorte, nell’anno 2018, cinque unità immobiliari, anch’esse facente parti di un unico stabile ubicato in una delle piazze centrali della città, per le quali il prezzo della compravendita era stato pagato solo in minima parte. Inoltre, anche in questo caso, i proventi derivanti dalle locazioni di alcuni degli immobili, in seguito al trasferimento di proprietà al coniuge, sarebbero stati corrisposti a quest’ultimo determinando una riduzione dei ricavi della società stessa.

Infine, quattro di detti immobili divenuti di proprietà di uno degli indagati sono stati a loro volta ceduti nel corso del 2023 a terzi soggetti. Sulla scorta delle evidenze acquisite, il gip presso il locale Tribunale, condividendo le valutazioni della Procura della Repubblica, ha ravvisato la sussistenza in capo agli indagati di un grave quadro indiziario in ordine al reato contestato di infedeltà patrimoniale e ha disposto il sequestro preventivo di otto immobili (del valore di oltre 760 mila euro) e della somma di 800 mila euro circa, da eseguirsi anche per equivalente sui beni e le altre utilità nella disponibilità dei singoli indagati e comunque agli stessi riconducibili.

– Foto d’archivio Ufficio stampa Guardia di Finanza –

(ITALPRESS)

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