di Salvo La Porta

Il forzato soggiorno di otto giorni, presso il reparto di Neurologia del Policlinico di Catania, mi ha consentito di rendermi conto di come, a volte a torto, la nostra sanità sia malevolmente presa di mira.

Ho potuto, invece, toccare con mano la competenza e la grande professionalità di tutti gli operatori, tutti. Tutti pronti e solleciti verso i pazienti e attenti nel conforto dei loro drammi individuali.

Certo, il menù giornaliero non è stato proprio quello tipico di un ristorante stellato; ma si è lasciato mangiare; anche in considerazione della particolarità del luogo.

Quello che, tuttavia, ha fatto meglio al mio Spirito oltre che al corpo è stato lo straordinario rapporto di operosa solidarietà, instaurato tra i degenti, i quali da perfetti sconosciuti si sono subito scoperti fratelli nel sostegno psicologico e materiale.

Di questo sostegno ho potuto trarre profitto io, che ho potuto verificare che non è vero che “ Dio è morto” , ma al contrario continua a vivere, vivo e vegeto, negli autentici e sinceri incontri, anche imprevisti ed imprevedibili, che attraversano i miseri sentieri delle misere, impreviste ed imprevedibili vicende umane.