LEONFORTE – Nel cuore della Sicilia, a Leonforte, in provincia di Enna, sorge un piccolo ma prezioso presidio di cultura materiale: il Museo della Cuddura, uno spazio interamente dedicato all’arte popolare del pane votivo e alla ritualità che, da secoli, accompagna la celebrazione di San Giuseppe.

Il museo custodisce 33 cuddure, pani rotondi e simbolici, modellati secondo l’antica tradizione locale: ciascuno racconta un frammento di devozione attraverso decorazioni che richiamano la Passione di Cristo, simboli mariani o emblemi legati ai santi, come gli attrezzi del falegname nella cuddura di San Giuseppe o il rosario per quella della Madonna.

Disposte in senso orario, le cuddure compongono un percorso “storico-sensoriale-immersivo” che ripercorre in forma essenziale il Vangelo. Il loro impasto, lucidato con albume e arricchito con semi di papavero — richiamo alla terra e alla ciclicità agricola — testimonia un sapere trasmesso attraverso generazioni.

Origini della tradizione: il pane come linguaggio comunitario

La cuddura è un tipo di pane rituale diffuso in varie zone della Sicilia, esposto durante feste patronali, altari votivi e celebrazioni agricole. A Leonforte, questa tradizione trova la sua massima espressione nel contesto della Tavola di San Giuseppe, diventando racconto condiviso, gesto di comunità e simbolo identitario.

Le radici del territorio affondano nell’antico insediamento siculo di Tavaca/Tabas e attraversano epoche bizantine, arabe e normanne. La città venne poi rifondata tra XVII e XVIII secolo dal principe Nicolò Placido Branciforti, che le conferì nuovo impianto urbanistico e nuovi significati simbolici.
In un luogo dove grano, pane e devozione s’intrecciano da sempre, la cuddura diventa un linguaggio che esprime memoria, fede e appartenenza.

Il Museo della Cuddura: obiettivi e finalità

Lo spazio museale nasce non come semplice contenitore, ma come dispositivo culturale votato alla tutela della tradizione e alla trasmissione di un patrimonio immateriale. Le sue finalità si articolano in tre grandi ambiti:

1. Documentazione e conservazione

  • Raccogliere e proteggere i pani votivi, le loro tipologie e simbologie.
  • Raccontare i rituali contadini legati a San Giuseppe.
  • Collocare la tradizione locale nel tessuto della cultura alimentare e sacra siciliana.

2. Valorizzazione del patrimonio immateriale

  • Trasmettere alle nuove generazioni una pratica a rischio oblio.
  • Promuovere laboratori, visite guidate e attività esperienziali per “imparare come nascono i pani simbolici di San Giuseppe”.
  • Integrarsi con eventi, feste e circuiti culturali del territorio.

3. Sviluppo territoriale e turismo culturale

  • Offrire un’esperienza autentica che unisce rito, identità e narrazione.
  • Contribuire alla valorizzazione dei siti storici di Leonforte — palazzi nobiliari, ipogei, fontane barocche.
  • Rafforzare l’economia culturale attraverso un’offerta museale tematica e distintiva.

Una collezione che parla: la specificità del museo

Il Museo della Cuddura rappresenta un esempio virtuoso di micro-museo dedicato al patrimonio immateriale. La sua forza risiede nella capacità di elevare un oggetto quotidiano — il pane — a veicolo di arte popolare, fede e memoria collettiva.
In questo modo si colloca all’interno di una nuova museologia che valorizza i saperi tradizionali, l’artigianato, le pratiche comunitarie.

Filippo Liardo: il pittore garibaldino di Leonforte

Ma non si può comprendere Leonforte se non si seguono le tracce del principe Nicolò Branciforti che costruì la cittadina su Licentia populandi. Il suo palazzo è ancora in piedi e, al suo interno, si trovano le carceri segrete utilizzate fino al 1867. Qui è stata allestita una mostra multimediale dedicata a Filippo Liardo, artista- reporter, famoso per essere stato uno dei Mille e aver dipinto diverse scene delle campagne garibaldine. Il fondo di Leonforte è composto da due collezioni acquistate dal comune, nel 1983 e nel 1993, la collezione D’Angelo Guerzoni e la collezione Deodato

Nel settembre 2024, durante la manifestazione “Le Vie dei Tesori”, è stata allestita l’esposizione di una parte delle opere restaurate di Liardo in occasione della mostra a lui dedicata a cura di Luisa Paladino.

Leonforte fa inoltre parte della Rete dei musei comunali della Sicilia, progetto promosso da ANCI Sicilia che riunisce oltre 100 Comuni e 200 istituzioni museali con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione culturale e promuovere l’immenso patrimonio dell’isola. Informazioni e adesioni sul portale dedicato.

Il sindaco Piero Livolsi.

“Il Museo della Cuddura custodisce e rinnova una tradizione profondamente radicata nella storia di Leonforte: il pane di San Giuseppe.
La sua forza sta nel mantenere vivo il legame tra passato e presente, trasformando la memoria popolare in un ponte culturale che unisce generazioni e territori.

Un ringraziamento speciale va alla Pro Loco e al professore Basilio Varveri per l’impegno e la cura con cui questa tradizione continua a vivere e a farsi conoscere all’interno dei principali circuiti turistici della regione”.