Il presidente del consiglio comunale di Nissoria Rosario Patti, assieme al direttore sportivo Domenico Gagliano, lanciano un appello per potenziare l’ospedale di Leonforte. “Siamo al centro dell’Epidemia e Leonforte risulta strategico geograficamente . Non si capisce che si deve riattivare ed efficientare l’ospedale di Leonforte anche in vista dei continui aumenti dei casi di Covid-19”. Così Patti si rivolge all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, affermando di esprimere un grido “di dolore e di rabbia”.

“I tagli scriteriati alla sanità che non hanno tenuto conto della territorialità, del contesto morfologico, climatico e della viabilità (e non mi si dimostri con pezze giustificative che i tagli sono stati fatti in modo accorto perché non ci casco più!), hanno impoverito i territori dei presidi ospedalieri e sanitari (penso alle tante Guardie mediche chiuse) e con questo l’entusiasmo dei volontari e di tutto l’indotto che aveva come centro gravitazionale il nosocomio del territorio che serviva una popolazione d’entroterra non indifferente. Qualche giorno fa moriva Padre Pernicone, l’ideatore e il pioniere dell’idea di ospedale che da sempre ha lottato come un leone contro i continui tentativi di depotenziamento della struttura, ma non vorrei che con esso muoia definitivamente l’idea di ospedale. Stiamo subendo troppo, basta! Non siamo cittadini di serie D ed ogni porzione di territorio deve avere le adeguate strutture per puntare almeno alla sopravvivenza (non dico benessere, quello è un ragionamento Nord Europeo che a noi non potrà mai riguardarci, ahimè). Il Covid-19 ci insegna che se parte una epidemia, non guarda in faccia nessuno e colpisce sia i cittadini delle grandi città sia quelli dei paesini più piccoli ma che hanno pari dignità degli agglomerati urbani più popolati. Chiedo all’assessore Regionale Razza di contemplare tra tutti gli ospedali della Sicilia anche quello di Leonforte, potenziandolo, efficientandolo e adibendolo ad ospedale di livello che possa trattare con competenza ed efficacia tutti i pazienti che vi arrivano, senza bisogno di congestionare il già in difficoltà ospedale di Enna. Il presidio di Leonforte tanto è servito negli anni ad assicurare la salute di 60000 abitanti del comprensorio, che con rispetto, coraggio e ammirazione, sono rimasti a custodire un territorio che le Istituzioni “di alto livello” hanno sempre puntato ad umiliare, desertificare, disonorare ed offendere!!!”
“A tal proposito, da un colloquio con la Dottoressa Valeria Mazzola, emergono delle importanti riflessioni e pertanto si suggerisce ed invita L’Assessore Razza a:
✔ Creare una struttura mobile all’esterno per il il “ triage “ dei sospetti di COVID 19, in cui eseguire i tamponi, per evitare che entrino all’Interno della struttura ospedaliera mettendo a rischio il personale e gli altri utenti; 
✔ Eventualmente incrementare i posti di degenza ordinaria e postintensiva per alleggerire l’ospedale di Enna; 
✔istituire posti di terapia intensiva o semintensiva a Leonforte sopperendo alla carenza di personale specializzato (anestesisti rianimatori ed infermieri addetti) con concorsi ad hoc
✔ puntare sull’immagine del nostro ospedale, pubblicizzando e favorendo una serie di interventi programmatici che ne prevedessero e sostanziassero lo sviluppo. Ricordo che da anni i bandi di concorso per queste figure professionali presso la nostra azienda vanno deserti proprio perché nessun professionista vede sicuro l’investimento professionale in questa struttura ospedaliera”.
Dal canto suo Gagliano afferma di condividere e rilanciare il pensiero di Rosario Patti e aggiunge: “Sono per lo sport e quindi per la salute ed il benessere, continuare a perpetrare tagli alla nostra comunità è un atto esecrabile. Chiedo che l’ospedale di Leonforte venga rilanciato alle sue attività originarie anche in vista delle esigenze legate al coronavirus affinché si possa dare la possibilità ai tanti Siciliani che oggi si trovano in una situazione inaspettata, stanti al fatto che i contagiati sono tanti e in continuo crescendo e le attuali nostre strutture fanno difficoltà a fronteggiare tutti i casi”.