di Cetty D’Angelo

Se fino a tre mesi fa l’emergenza da Covid-19 era una realtà che sembrava non riguardarci, essendo confinata al solo continente asiatico, in pochissimo tempo il virus si è imprevedibilmente diffuso in tutto il resto del mondo, innescando una pandemia globale, che ha provocato moltissimi morti e un grave affaticamento dei sistemi sanitari in tutto il pianeta. Come stiamo assistendo in questi giorni, le misure eccezionali messe in atto dalla maggior parte dei Paesi, necessarie a contenere il contagio, hanno stravolto i nostri stili di vita, impedendoci  di compiere le normali attività lavorative e sociali.
Un aspetto su cui non si discute molto, ma che appare in realtà di fondamentale importanza e che richiede un maggiore approfondimento, è rappresentato dagli effetti psicologici e sociologici del momento di crisi che stiamo vivendo. Il distanziamento sociale è necessario a limitare i contagi, ma quali sono le conseguenze sul piano psicologico? Come afferma Andrea Fiorillo, ordinario di psichiatria all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, nel breve periodo è probabile un aumento del numero dei casi di depressione, ansia e disturbo post- traumatico da stress, mentre è più difficile prevedere gli effetti a lungo termine. Chiaramente la gravità degli effetti dipenderà dalle condizioni di partenza dei singoli italiani e dalla durata del periodo di urgenza. Tali conseguenze saranno provocate «dalla perdita della routine, dalla percezione della paura delle conseguenze dell’epidemia, dalla riduzione dei contatti sociali e fisici, dal senso di coercizione all’interno di spazi limitati, dall’insicurezza e dalla percezione di un futuro a tinte fosche», dice Fiorillo. Diverse ricerche condotte durante altre epidemie, quali Ebola e Sars, hanno dimostrato come il disturbo post- traumatico da stress e la depressione potranno protrarsi fino a diversi mesi dopo la fine delle emergenze.
Non è da trascurare, infatti, l’impatto sulle nostre menti di una restrizione della libertà personale come quella che subiamo oggi, che ci porta a vivere uno stato di stress cronico, il quale può avere ripercussioni anche sul lungo periodo. Esistono delle categorie particolarmente esposte allo sviluppo di patologie psichiatriche, fra cui gli operatori socio-sanitari, sottoposti a maggiori apprensioni, dovute all’importante carico di lavoro, alla paura di contrarre l’infezione sul posto di lavoro e all’isolamento anche dal proprio nucleo familiare. Altre categorie a rischio sono considerati i sopravvissuti, i familiari delle vittime e gli anziani, che non potranno usufruire dell’adeguato supporto familiare e sociale. La prova sarà particolarmente difficile, inoltre, per le parsone più fragili psicologicamente, ovvero per chi già soffre di disturbi psichiatrici e i bambini. Dovrebbe essere predisposto un supporto psicosociale gratuito a livello nazionale, prima di tutto per i soggetti più a rischio e successivamente per chiunque ne abbia bisogno. Infatti la salute mentale dell’intera popolazione appare a rischio, sia a causa del distanziamento sociale, che alla lunga potrebbe avere effetti traumatizzanti, sia a causa della paura di infettarsi, che potrebbe cronicizzarsi.
Appare molto probabile che le abitudini che oggi adottiamo per evitare il contagio, ovvero il distanziamento sociale, l’uso della mascherina, evitare abbracci e le strette di mano, permangano anche dopo che l’emergenza sia passata.
«Gli effetti sulla salute mentale possono presentarsi anche mesi dopo la conclusione della quarantena. Poi con il tempo sono destinati a diminuire, ma l’ansia e i comportamenti di evitamento ce li porteremo dentro per un po’ di tempo anche dopo la fine dell’isolamento. Per mesi ci “scatterà l’allarme” quando capiterà di trovarsi di fronte a persone che tossiscono o in luoghi molto affollati», dice Valentina Di Mattei, psicologa clinica dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Va, infine, evidenziato che la crisi economica grave che ci accingiamo ad affrontare, avrà effetti devastanti sul benessere psicologico degli imprenditori, che si troveranno ad affrontare enormi difficoltà legate alle loro aziende e ai propri esercizi commerciali.
Sono tutt’altro da sottovalutare, dunque, gli effetti psicologici dell’emergenza Covid-19 e delle misure restrittive. I contatti sociali che oggi ci sono preclusi rappresentano un aspetto centrale nella nostra vita e nel nostro benessere psicologico ed è per questo che gli effetti di tali privazioni possono essere davvero importanti, soprattutto se l’emergenza dovesse protrarsi per più tempo del previsto.