di Salvo La Porta
Luigi Amicone è, per chi non lo conoscesse, il brillante direttore di “Tempi” e, proprio su quel giornale in un articolo che tratta della morte di Emanuele Macaluso, riporta lo sfogo di un signore il quale ritiene che “bisognerebbe staccare la spina ai telegiornali, tutti fonti di inquinamento emotivo da propaganda”.
Per quanto mi riguarda, io quella spina l’ho staccata già da un pezzo a tutti i telegiornali, proprio a tutti, limitandomi a guardare i titoli di lancio e sforzandomi di andare poi ad approfondire le notizie, che più mi interessano, su fonti più attendibili e meno interessate.
Già da un bel po’ di tempo non li chiamo più neppure “telegiornali” ma “comunicati”; perché sempre più somiglianti ai “comunicati” dell’EIAR, attraverso i quali il “deprecato Regime” bombardava la gente con le notizie di propaganda più appropriate a colpire l’emotività popolare al fine di conquistare e consolidare un consenso, di cui abbondantemente già godeva.
Allo stesso modo, quella spina l’ho staccata ai cosiddetti “talk show”, che dovrebbero essere programmi nel corso dei quali tra uno spettacolo e l’altro vengono intervistate personalità famose nel campo della politica, dello spettacolo, della scienza… dello sport; ma che in realtà sono veri e propri cortili mediatici, nei quali molti dei partecipanti ritengono di potersi fare ragione se gridano più forte, se interrompono l’interlocutore, farcendo i loro interventi di disgustosi epiteti, dimentichi delle basilari norme del galateo.
Mia moglie Pina, invece, è diventata ghiotta (peggio per lei) non tanto dei talk show che, a causa dei suoi molteplici impegni professionali e casalinghi, non potrebbe seguire, ma dei tg.
Per cui, nel corso della consumazione di una di queste “ghiottonerie” da parte della mia consorte, rientrando dal mio studiolo di vecchio maestro elementare, mi sono imbattuto nel visino carino, ma rattristato, di una giovane annunciatrice.
Mi sono, allora, soffermato a sentire per cercare di saperne un po’ di più.
La graziosa ragazza, accingendosi a concludere una notizia sulla pandemia, che impone a tutti noi restrizioni e sacrifici non indifferenti, comunicava all’Italia e al mondo che Cristiano Ronaldo, il popolare calciatore portoghese in forza alla Juve, aveva pensato bene di festeggiare il compleanno della sua Giorgina a Courmayeur e che per questo avrebbe rischiato un’ammenda dai quattrocento ai mille euro.
Le mie simpatie per la Juve mi dovrebbero consigliare di stare zitto; anche perché, dice Masino Scilipoti che Ronaldo è “Ronaldo”; per cui, come scrive George Orwell, se è vero che tutti gli animali sono uguali, alcuni sono “più uguali” degli altri.
Per carità, nulla da eccepire; non mi è mai piaciuta la farisaica professione di assoluta eguaglianza, falsamente, demagogicamente, genericamente sbandierata e mai attuata.
Ritengo che a tutti debbano essere riconosciuti gli stessi diritti e gli stessi doveri, le stesse opportunità e che nessuno debba mai rimanere svantaggiato o discriminato. Mai e per nessun motivo!
Ma è innegabile che vi siano delle donne e degli uomini che assurgono a delle vette difficilmente raggiungibili dagli altri.
Proprio per questo motivo, spesso diventano veri e propri miti, ai quali piccoli e grandi guardano con simpatia, a volte con una profonda ammirazione, altre ancora con una specie di sconfinata devozione, che rasenta l’adorazione.
Niente di strano, gli uomini hanno sempre avuto bisogno di punti di riferimento più o meno chiari.
Ecco perché se a nessuno è consentito farsi beffa della legge, men che meno lo è consentito a coloro che si sono fatti, a torto o ragione, la fama di “più eguali degli altri”.
Costoro dovrebbero sapere di essere osservati ed emulati da un’infinità di persone, le quali potrebbero restare scandalizzate dal loro disinvolto comportamento, ponendo in essere, a loro volta un comportamento simile, certamente dannoso per le loro stesse medesime persone e per la Società tutta.
Tornando poi a Ronaldo e a quanti come lui, bravissimi, ricchissimi e famosissimi, ritengo che una multa dai quattrocento ai mille euro non possa fare saltare la rata del mutuo della casa; ma non sarebbe male se fossero esortati a spolverare il senso vero della “dignitas” romana, evitando di nuocere alla coscienza di quanti credono in loro e vivono nel rispetto della legge.
Si dovrebbe fargli capire che non esistono soltanto fama, onore e denaro; ma, alla fine, esiste anche la morte, dinanzi alla quale tutti, ma proprio tutti ci presenteremo nudi, senza denari e senza orpelli, e carichi delle azioni belle e brutte, buone e cattive, compiute nel corso della vita.
Al Suo cospetto, al cospetto della morte tutti saremo veramente uguali.
Oltre a fargli pagare l’ammenda, qualcuno potrebbe prendere da parte Ronaldo e consigliargli di trascorrere una settimana in un convento trappista, dove è imposto il silenzio, ci si ritrova in compagnia con se stessi e con Dio e, all’imbrunire, ci si scambia un saluto con il più drammatico dei “memento: fratello, ricordati che devi morire!