Nella IX epistola a Lucillo, che gli aveva chiesto dell’amicizia e di come fare per crearsi nuovi amici, Seneca risponde con un’espressione proverbiale, attribuita al filosofo stoico greco  Ecatone da Rodi.

“Ego tibi monstrabo amatorium sine medicamento, sine herba, sine ullius veneficae carmine: si vis amari, ama.”

“Io ti mostrerò un filtro amoroso senza intrugli, senza erbe, senza incantesimi: se vuoi essere amato, ama.”

“Habet autem non tantum usus amicitiae veteris et certae magnam voluptatem sed etiam initium et comparatio novae.”

“Un grande diletto si ricava non soltanto dalle amicizie antiche e consolidate, ma anche dal favorirsene e iniziarne di nuove.”

Io ho sempre avuto, lo sapete, il culto dell’amicizia (anche se alla fine quello sciagurato di Antonio…. ma lasciamo perdere) io, dicevo ho sempre tenuto in grande considerazione l’amicizia; tanto che solo dopo diversi anni dalla mia morte, anche Cicerone, solo per portare acqua al suo mulino, ha dovuto darmene atto nell’orazione “Pro Coelio”.

Ora, non per avercela con lui, avete considerato bene come l’intende questo benedetto Arpinate l’amicizia?

L’amicizia, praticamente dice, l’autentica amicizia nasce sulla base della virtù; nasce perché siamo ammirati, quasi ammaliati dalla virtù di un altro.

Siamo, per nostra natura, portati a vivere nella socialità e, desiderando conquistarci la stima di quello che stimiamo, ci comportiamo di guisa che le nostre azioni non gli siano indifferenti, ma lodevoli.

A parte il fatto che, almeno per quanto mi riguarda, non mi è stato mai chiaro quale concetto il mio “amico” abbia di virtù.

Di quale virtù parla? A ben guardare, le definizioni di virtù sono innumerevoli ed io stesso, in tutta modestia, trovo difficoltà a dire che cosa per me sia la virtù.

Certo, la virtù può essere considerata come la ripetizione di un esercizio comportamentale che sia di giovamento a noi stessi medesimi e agli altri.

Ma non è detto che tale giovamento debba essere soltanto di carattere spirituale; tale esercizio può assumere caratteristiche che possono, a seconda dei tempi e delle variabili della vita, rivelarsi marcatamente materiali.

Per quanto mi riguarda, a mo’ d’esempio, io non oserei mai affermare che la virtù possa mai avere un valore identicamente valido per tutti.

Io, Catilina, confesso che per molto tempo mi sono disegnato come virtuoso quello che suona divinamente la lira o è capace di eseguire quei passi di danza, che coinvolgono armoniosamente gli altri ballerini, raggiungendo una bellissima coreografia, che meraviglia lo spettatore.

A parte lo scherzo, non vi sembra che il concetto ciceroniano di amicizia possa apparire un pochettino utilitaristico?

D’altronde, appare chiaro a chi lo conosce un tantino che gli sia di frequente capitato di scambiare l’ amicizia con la complicità.”Involontariamente”, certo.

Heu me miserum, povero me, trascorro troppo tempo con voi mortali e continuo a pensare (e a parlare) come voi!

Un’ultima riflessione, che non riguarda soltanto il “ nostro”, ma tutti quanti ritengono che l’amicizia sia un dono degli dei, di Dio.

Concordo appieno! Ma vi prego di riflettere sul fatto che qualsivoglia dono, se il beneficiario non è disposto ad accoglierlo, riconoscendone il giusto valore, rischia di rimanere inutilizzato, disprezzato, annichilito e vilipeso, per il doloroso scorno di “Chi” aveva inteso dare un grazioso assaggio del Suo Amore.

Alberoni, per tornare a respirare l’aria dei vostri giorni, in una frase, che mi ritrovo su internet e di cui non riesco a trovare il contesto, suggerisce una definizione, che mi pare veramente appropriata ad esprimere il senso dell’amicizia: “ l’amicizia è una forma d’amore, impregnata, intessuta di eticità”.

Il filtro amoroso, di cui parla Ecatone da Rodi, per l’appunto, che Seneca magnifica nell’amicizia vecchia, messa a dura prova spesso dalle vicende umane, e “nuova”.

Un’amicizia prima di diventare vecchia è stata nuova.

Nasce casualmente, per gli innumerevoli motivi che ogni singolo individuo sperimenta; i più disparati ed i più impensabili motivi.

Come l’amore nasce l’amicizia. Non chiediamoci né quando e neppure il perché. Nasce e basta. Da una scintilla, che la fa esplodere contemporaneamente in due cuori.

Due cuori, che si accorgono di battere in una sintonia, che si trasforma tosto in sinfonia dell’anima.

Lucio Sergio Catilina