di Martina Bascetta

PIAZZA ARMERINA – Oltre cento i partecipanti all’iniziativa “Se bruciasse la città …” riunitisi giovedì 18 luglio presso il chiostro dell’ex convento di San Pietro per discutere sulle possibili azioni condivise da intraprendere a sostegno del bene comune e, specialmente, del patrimonio boschivo piazzese.

“L’incontro, punto di partenza ma non di arrivo, si è reso necessario a seguito di una tre giorni di banchetti di sensibilizzazione sul tema degli incendi che, specialmente durante il periodo estivo, tengono sotto scacco la nostra città ormai da troppi anni. L’evento è stato promosso da un gruppo di cittadine che, aderendo alla campagna di Legambiente Sicilia “Sicilia messa a fuoco” ha deciso di rimboccarsi le maniche e provare a tirare fuori i propri concittadini da uno stato di sfiducia e rassegnazione” racconta Paola Di Vita, presidente di Legambiente – Piazza Armerina, la quale ha introdotto l’incontro sottolineando come il problema coinvolga diverse istituzioni con diversi livelli di responsabilità e come, però, la partecipazione della comunità possa costituire un valore aggiunto.

Molto toccanti le testimonianze di chi, nei giorni scorsi, si è trovato in prima linea a combattere gli incendi, quali cittadini, titolari di attività agricole e commerciali e associazioni di protezione civile.

“Ciò che è emerso  è stato un generale senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni, ma anche tanta voglia di impegno civile. Tutti concordi con la necessità di alzare il livello di attenzione, oltre il confine comunale e regionale, anche con azioni mediatiche e legali che giungano sino al Parlamento europeo, perché la triste piaga degli incendi è decisamente legata alla crisi climatica” aggiunge Di Vita.

Le notizie circolate in merito alla possibile individuazione di alcuni criminali sono state accolte con favore dalla comunità, anche se si è consapevoli che le pene previste sono troppo blande. Oggetto di dibattito anche le iniziative intraprese da altre regioni, come l’utilizzo di droni e IA, permettendo così un intervento repentino e,  talora, risolutivo. Interessanti le proposte che hanno riguardato la problematica dei fondi agricoli incolti per incuria o per mancanza di risorse da parte dei proprietari.

Nei prossimi giorni i partecipanti all’incontro saranno coinvolti in altre iniziative finalizzate a mettere a sistema ciò di cui si è cominciato a discutere. “L’auspicio è che la comunità piazzese si muova nel rispetto dell’unità per affrontare un problema che riguarda tutti” conclude Di Vita.