LEONFORTE – Dopo una lunga e apprezzata carriera nella scuola, la professoressa Anna Maria Fioria ha salutato colleghi e amici con il suo pensionamento. A Leonforte, in occasione di una cerimonia organizzata in suo onore, sono stati molti a sottolinearne la dedizione, la professionalità e l’umanità dimostrate in tutti questi anni di insegnamento.

Il Provveditore agli Studi, la Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” e diversi colleghi hanno voluto esprimere parole di stima e riconoscenza nei confronti della docente. A rendere ancora più intenso il momento, la professoressa Raffaella Tedeschi ha letto dei versi scritti per l’occasione, omaggiando la collega con un pensiero poetico sentito e personale. Un tributo che ha emozionato i presenti e suggellato l’uscita di scena di un’insegnante che ha lasciato un segno profondo nella comunità scolastica.

Ecco il testo della poesia:

Le righe che mi trovo ad impostare, col cuore in mano e la delicatezza, che dà un ritmo lento, mi vogliono, così, far proiettare sul foglio bianco.

Il sentimento che mi deriva da un pensionamento.

Se l’emozione provo a scandagliare, m’imbatto in un bivio e lì il discorso aggroviglio. Perché imbarcarsi nel sentiero della gioia oppure della malinconia mi sa di aporia… e allora provo a tratteggiare la pensionanda: Anna Maria Fioria.

Che per la Dante sia un’istituzione è fuori dubbio e qui non vi è tenzone. Il sommo poeta in persona ne celebrerebbe cotanto senno, l’umana probitate e quel suo star come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar di venti. Anna Maria conosce i suoi programmi come Ave Maria, di matematica e di scienze è signora e, credetemi, nel tessere le lodi io non mi allargo, giacché maneggia mirabilmente anche Argo!

E qui, poiché la mia eloquenza da sommi letterati è stata assai discussa io mi taccio e delego lo spirito di Trilussa.

« Anvedi AnnaMarì sto anno volge al termine e cò sto assembramento stamose a festeggià er tuo pensionamento! Er professore cià quer vizzio naturale:

prima vô scappare dall’inferno suo, che è a scola, ma poi s’affezziona aji alunni sui e je fa male doverli lasciare. Ma te sei chiesta ndò va un professore quanno arriva la pensione? Resta ner core e nell’immaginazzione. Così è pè ogni alunno che ha vissuto la tua interrogazzione, quanno pareva che covassi li misteri dedietro ar vetro de l’occhiali neri. A tutti mancherà la tua risata, er modo de guardà, la camminata

E se te ncontreranno se diranno: Ammappete, è eguale a come l’ho lasciata!

Oggi che hai riunito sto grande squadrone pe’ fa’ un brindisi in maniera

che piacesse a la nazzione er cinguettio che te consola e t’arillegra er core

se deve alla soddisfazzione d’avé fatto nà onorata carriera che t’ha portato alla pensione.

Ritorno in me, un po’in romanesco, pè dire grazie a un’amica, sincera e leale,

che dice le cose papale papale,

a cui ho confidato le gioje e le pene

perché me capisce, perché me vô bene…

 

Raffaella Tedeschi