PIAZZA ARMERINA – I consiglieri comunali appartenenti alla maggioranza esprimono con risoluta determinazione la loro netta opposizione alla decisione assunta dal Libero Consorzio in merito alla concessione, per un periodo di sette anni rinnovabili, della gestione della palestra annessa all’Istituto Professionale Femminile a soggetti privati.
Una scelta che si configura come gravemente inopportuna e potenzialmente lesiva dell’interesse pubblico, la quale – evidenziano i consiglieri – rischia di compromettere in maniera irreversibile una visione organica e strategica di utilizzo della struttura, esautorando di fatto il Comune dalle sue legittime prerogative decisionali e determinando ricadute inevitabilmente negative per l’intera collettività cittadina.
Tale impianto sportivo, autentico bene comune di rilevanza strategica per il tessuto sociale e sportivo del territorio, verrebbe così sottratto alle realtà associative locali che, da anni, costituiscono un presidio insostituibile di aggregazione, educazione e crescita per le giovani generazioni. Si delineerebbe, pertanto, il concreto rischio di un definitivo disinteresse verso l’intero complesso, con la conseguente perdita di ogni prospettiva di riqualificazione e rilancio.
Alla luce di quanto sopra esposto, i consiglieri di maggioranza avanzano con forza le seguenti richieste:
•la sospensione immediata del bando attualmente in corso, al fine di scongiurare decisioni affrettate e prive del necessario confronto con gli attori istituzionali e sociali del territorio;
•l’attivazione di un tavolo di confronto istituzionale, volto alla definizione di un percorso condiviso che possa rispondere in modo equo e lungimirante alle esigenze delle società sportive cittadine;
•il pieno riconoscimento del ruolo centrale del Comune nella pianificazione e gestione dell’intera struttura, anche in funzione di un auspicabile progetto di valorizzazione complessiva.
Concludono i consiglieri:
«Il futuro della palestra deve rimanere ancorato a principi di trasparenza, pubblica utilità e servizio alla collettività. È necessario impedire che scelte miopi precludano ulteriori possibilità di investimento e di riqualificazione della struttura, come stava già rischiando di avvenire in tempi recenti, quando un’importante Università internazionale aveva manifestato un concreto interesse per l’area».