Ai lavoratori forestali che operano in zone montuose, da mille a millecinquecento metri di altezza sul livello del mare, spetta un’indennità aggiuntiva pari all’otto per cento del proprio stipendio. Una percentuale che sale, ovviamente, se aumenta l’altezza in cui operano. Ma stranamente, a dieci operai della provincia di Enna, questa indennità aggiuntiva non era stata riconosciuta dalla Regione. Per questo si sono rivolti al Tribunale del Lavoro di Enna e il giudice Eugenio Alberto Stancanelli ha detto che quel diritto, previsto dal contratto nazionale del lavoro, non può essere negato ai dieci lavoratori stagionali. Il giudice ha accolto pienamente il ricorso presentato dal loro legale, l’avvocato Eliana Maccarrone, condannando l’assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, l’ispettorato ripartimentale delle foreste e il comando forestale della Regione Sicilia, a pagare un’integrazione a ciascuno di essi. Si tratta di una somma non elevata, poco meno di mille e cinquecento euro ciascuno (più spese), ma che tuttavia, secondo l’avvocato Maccarrone, serve soprattutto a garantire un diritto dei lavoratori. Non a caso, a promuovere queste cause è stato il sindacato, l’ex segretario della Flai Cgil, oggi segretario generale, Nunzio Scornavacche. 
La Regione, peraltro, nella causa non ha neanche contestato il fatto che i lavoratori avessero davvero lavorato a un’altezza tra i 1.000 e i 1.500 metri sul livello del mare, ma si era limitata a contestare che non avessero svolto attività antincendio, ma lavori meno gravosi. 
Scondo il giudice però questo non può bastare a escluderli dall’indennità aggiuntiva. “Nessun rilievo si ritiene possa avere il fatto che, come dedotto dalle amministrazioni convenute, le attività svolte dal ricorrente non siano particolarmente gravose o continuative”, perché le norme non impongono alcun vincolo del genere, “essendo semplicemente richiesto il dislocamento in quota e la prestazione di una qualche attività, di qualsiasi natura essa sia in altura, anche assolutamente routinaria e non particolarmente impegnativa”. “Siamo profondamente contenti per il risultato raggiunto e soddisfatti, in particolare, perché il Tribunale di Enna – afferma l’avvocato Maccarrone – con grande autorevolezza, abbia stabilito che non esistono operai di serie A e di serie B, ma che i diritti contrattuali si applicano a tutti”.