«Una scelta scellerata che fa venire meno gli impegni assunti dal ministro Danilo Toninelli nelle sue numerose visite in Sicilia alla vigilia delle elezioni europee. Se non si corre subito ai ripari, con un’apposita norma, si costringe l’Isola a pagare un altissimo prezzo in termini sociali e infrastrutturali. Temo che i nostri sospetti di ieri trovino conferma».
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in merito all’annunciato blocco dei cantieri sulla Agrigento-Caltanissetta e sulla Palermo-Agrigento – da parte del Comitato delle oltre cento aziende siciliane creditrici del gruppo Cmc di Ravenna – a seguito del ritiro da parte del governo nazionale dell’emendamento salva-imprese nel decreto “Sblocca cantieri”.
Immediata la replica dei deputati del M5S all’Ars Giancarlo Cancelleri, Salvo Siragusa e Giovanni Di Caro. “Scellerata la scelta del ritiro dell’emendamento salvaimprese sulla Caltanissetta-Agrigento e sulla Agrigento-Palermo? Su questo concordiamo con Musumeci – affermano i deputati – visto che si tratta di una decisione voluta dalla Lega, che si è impuntata su questo. A Musumeci, loquace a corrente alternata, visto che finora ha brillato per il suo inqualificabile silenzio sugli indagati all’Ars e sul caso Savona, consiglieremmo comunque di conservare il fiato che spreca per attaccare Toninelli per suggerire ai suoi colleghi della Lega in Parlamento di non fare bizze in occasione dell’emendamento che il M5S ripresenterà nel dl crescita e che prevederà sempre il fondo salvaimprese”.
I deputati ricordano che in “pochi possono proferire tranquillamente parola sulle infrastrutture, a partire da Faraone, che con Del Rio veniva ad inaugurare il nulla, per finire a Falcone, che il 14 dicembre dello scorso anno in quarta commissione all’Ars prese impegni che, a meno di miracoli, rimarranno lettera morta, e cioè il completamento per gennaio 2020 delle SS 121 e 189 e il recupero funzionale per dicembre 2021 del Ponte Morandi di Agrigento”.