di Salvo La Porta

Non se ne parla molto…anzi!
Non è che se ne parli molto…anzi.
Il 20 e il 21 settembre prossimi andremo a votare (quelli che andremo) per confermare o meno con un referendum costituzionale la legge che prevede il taglio dei parlamentari.
Il referendum si sarebbe dovuto celebrare il 29 marzo, ma fu rinviato nei giorni che abbiamo detto a causa dell’emergenza Covid.
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente”Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblciato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»  Questo è il quesito sul quale siamo chiamati ad esprimerci, ma intorno al quale, anche nei mesi prima del 29 marzo, si è poco detto.
In pratica, andremo a dire se siamo d’accordo a ridurre il numero di deputati e senatori, ovvero no.
I fautori del “si” sono troppo sicuri del fatto loro, poiché sanno di avere già dato in pasto all’opinione pubblica una legge che, parlando alla pancia della gente, fa leva sull’indignazione generale nei confronti di politici confusi, indecisi, ignoranti e (non in ultimo) corrotti. Una legge che, a primo acchito, da la sensazione di un cambiamento profondo nello squallido e polveroso palcoscenico della politica, mai come oggi calpestato da squallidi personaggi, ai quali i più illustri uomini dello Stato di un tempo non avrebbero affidato neppure le chiavi dei più reconditi e oscuri sgabuzzini dei palazzi parlamentari e governativi.
Quelli del “no” si affacciano timidi, paurosi, quasi inibiti e rassegnati a dire le loro ragioni, perchè non vogliono passare per quelli che difendono “la casta”.
Per quanto mi riguarda io, che nel mio piccolo sono abituato da sempre a dire la mia, dico e ribadisco che voterò “NO”.
Voterò “No”, perchè rigetto con sdegno l’ipotesi che un taglio dei parlamentari possa assicurare una più snella gestione della cosa pubblica che, al contrario, rischia di rimanere impastoiata dagli interessi e dai capricci dei funamboli della politica.
Nella mia lunghissima esperienza di Consigliere Comunale, di Sindaco e di Consigliere Provinciale ho ripetutamente assistito ai reiterati complotti di un singolo, che riusciva a bloccare l’attività dell’intero Consiglio.
“No”, perchè pochi “eletti” si troverebbero a decidere sulle sorti del Popolo; praticamente una ristretta, famelica oligarchia, incurante delle istanze che territori (già economicamente, socialmente e politicamente saccheggiati e depauperati come il nostro) potrebbero rappresentare.
Per dirla ancora più chiara, dico “no”, perchè la nostra Provincia resterebbe priva di una deputazione parlamentare.
Dico ancora “no”, perchè spero che per il calcolo delle probabilità gli italiani potrebbero avere la fortuna di incorrere in qualche persona di buon senso, magari laureata o specializzata in qualche campo utile alla società.
A proposito, sapete chi è Presidente della Commissione Affari Europei della Camera? No? Ve lo dico io. E’ il Signor Sergio Battelli, terza media e già commesso in un negozio di animali di Varazze. A lui spetterà di presiedere la Commissione, che nei prossimi giorni dovrà affrontare problemi economici, la cui soluzione è decisiva per le sorti degli italiani. Contiamo sul suo buon senso e sui consigli e i suggerimenti che i suoi amici pentastellati sapranno dargli.
In ultimo (ma non ultimo) voto “no”, perchè mi permetto di osservare che i Padri Costituenti fecero la scelta di fissare il numero di deputati e senatori per ragioni chiare e concrete, a difesa della nascente democrazia e lontani da qualsiasi tentazione demagogica.
E, con tutto il rispetto, ritengo che personaggi come De Gasperi, De Nicola, Saragat, Terracini, Nilde Iotti poco avrebbero da apprendere dai parlamentari che hanno votato la riforma Costituzionale, sulla quale andremo ad esprimerci.