Cataldo Salerno, un nome ormai rappresentativo nella storia della città di Enna. Un nome indissolubilmente ed innegabilmente legato ad un incredibile progetto, il quale, nessuno, forse nemmeno egli stesso, avrebbe potuto mai credere sarebbe stato realizzato e portato a termine: la Libera Universitá di Enna, “Kore”, della quale, per 14 anni, è stato il Presidente. Un ateneo che è ormai assurto alla dignità di una grande Universitá, collocato in quel centro depresso della Sicilia; in quel centro depresso e martoriato dall’annoso problema della disoccupazione, al quale fino ad oggi, nessun politicante è riuscito a dare una soluzione. Eppure, la Kore c’è, con le sue migliaia di studenti che smuovono un indotto economico plurimilionario e hanno dato vitalità al territorio, contribuendo ad incrementare il mercato immobiliare, dei trasporti, degli alimentari e della ristorazione. E il professor Cataldo Salerno è il creatore di tutto questo, nonostante egli, con la sua ben nota umiltà, si schermisca, quando noi, senza arzigogolare e senza utilizzare eufemismi, lo definiamo tale. Lo abbiamo intervistato, dopo essergli stati dietro per mesi, poiché, con i suoi innumerevoli impegni, non riesce a trovare nemmeno cinque minuti di riposo.
Lei è il Presidente emerito della Kore, e ne è indiscutibilmente, ci passi questo termine, il creatore. Oggi ha raggiunto un ulteriore affascinante obiettivo, nella storia dell’Ateneo ennese, l’autorizzazione da parte del Ministro, di istituire la tanto ambita Facoltà di Medicina e Chirurgia. Come commenta questo grande risultato?
È il raggiungimento di un obiettivo importantissimo. Basti pensare che sono soltanto 36 le città italiane sedi di università e di Medicina. L’Università Kore e il territorio si sviluppano ulteriormente . Siamo, tra le università italiane non statali, l’ateneo con la più diversificata offerta formativa. Abbiamo, finalmente,  il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, che con le nuove disposizioni legislative, è ora immediatamente abilitante, per adesso con 99 posti. Il bando per l’accesso è stato già pubblicato e le selezioni si terranno a ottobre, inoltre gli studenti che si registrano hanno già a disposizione, nel sito web dell’Università, un simulatore della prova.
Presidente, lei è, a nostro avviso, il “Creatore” della Kore. Si sente investito di tale ruolo?
Credo spetti agli altri giudicare; 15 anni fa, nemmeno io pensavo che saremmo giunti a questi livelli in così pochi anni. Ovviamente ringrazio tutti i miei collaboratori e i compagni di percorso di questo cammino, i rettori Salvo Andò e Giovanni Puglisi che si sono succeduti, il Direttore Generale Salvatore Berrittella, i professori e i ricercatori e il personale tecnico-amministrativo che si è speso senza risparmiarsi.
Attraverso l’Università, indiscutibilmente unico polo trainante dell’economia ennese, si è creato un indotto commerciale di forte valenza.
Secondo uno studio di qualche anno fa dell’Università di Venezia, la presenza di un’università genera nel territorio ogni anno un indotto di circa 10.000 euro per iscritto, cioè nel nostro caso, di circa 80/90 milioni di euro all’anno. Non si tratta soltanto delle rette e delle spese in loco degli studenti, ma anche degli altri finanziamenti che arrivano. Noi abbiamo attinto anche a finanziamenti comunitari, nazionali e regionali, che ci hanno permesso di superare le previsioni di Venezia (Ndr: va ricordata la costruzione dell’immensa Biblioteca e del Polo di Ingegneria). Purtroppo non siamo riusciti a realizzare la residenza a Sant’Anna, e ciò ci sta facendo perdere un contributo ministeriale di oltre otto milioni di euro, perché il Comune non ha concesso la licenza edilizia, mentre abbiamo ricevuto tutte le altre autorizzazioni da tutti gli altri enti. Pazienza, questi otto milioni andranno ad altre università, probabilmente del centro-nord.
A proposito di Comune, quali sono stati e quali sono i rapporti con l’Amministrazione Comunale attuale?
Negli ultimi anni non abbiamo avuto alcuna collaborazione. Ci chiedono soltanto di portare una facoltà a Enna alta, ma senza alcuna proposta concreta di edifici idonei. Noi ci siamo detti sempre disponibili perché abbiamo immaginato sin dall’inizio Enna come una città universitaria, trainante per l’economia dell’intera Comunità. Ma perché ciò possa avvenire, sono necessarie le infrastrutture, i parcheggi e i collegamenti. C’è un problema di accessibilità alla città alta, che non è stato ancora risolto dall’attuale amministrazione. Basti pensare che soltanto la sera dopo le 20 e 30, quando finiscono le limitazioni ai parcheggi, si riversano nel centro storico centinaia forse migliaia di studenti. Ad oggi, purtroppo , se non cambia la politica dei rapporti e delle realizzazioni con e verso la Kore da parte del Comune, non ci sono le condizioni per localizzare facoltà ad Enna alta. Sembra che si voglia creare un conflitto tra le due parti della città, per esempio a Enna bassa è stato cancellato l’ufficio dell’anagrafe. Non ci sono, ad oggi, propensioni verso lo sviluppo infrastrutturale e ciò produce un enorme scollamento, anche in senso economico , tra la parte alta e quella bassa della città. La città di Enna è bella, attrattiva e interessante ma non ci sono, al momento nonostante tante parole, politiche di sviluppo in tal senso. Desidero sottolineare, tuttavia, che la volontà, da parte dell’Università, di portare alcune facoltà ad Enna alta c’era e posso assicurare che c’è ancora, purché si mettano a disposizione della Kore strutture adeguate ai suoi standard di qualità, che sono i più alti in Italia. Ad oggi, purtroppo non vedo alcuna collaborazione tra questa Amministrazione e l’Università.
Con la presenza della facoltà di Medicina, diventa ad Enna, sempre più probabile, l’istituzione di un Policlinico. Cosa ne pensa?
Certamente una facoltà di Medicina porta con sé un Policlinico universitario, se ne parlerà a tempo debito nell’ambito della programmazione sanitaria regionale. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta.

Mario Antonio Pagaria