di Mario Antonio Pagaria

I sindacati della Polizia penitenziaria organizzano un sit-in di protesta per venerdì davanti la casa circondariale di Enna. Chiedono di rispondere a una serie di rivendicazioni sindacali, tra cui ovviamente l’incremento d’organico, considerato che gli agenti della penitenziaria – a Enna come altrove, ma il problema riguarda pienamente pure il carcere del capoluogo – sono costretti a turni massacranti, proprio per fronteggiare la riduzione d’organico.

Viene annunciata come una protesta “a oltranza”, così scrivono i sindacati Sappe, Uspp, Osapp, Cnpp, Uil pa penitenziari e Sinappe, fino al momento in cui non si troveranno le soluzioni a problematiche, che, a detta dei sindacalisti, renderebbero “inaccettabili le condizioni di operatività della Polizia Penitenziaria di Enna”.

“Da troppo tempo ormai, la gravissima carenza di organico che affligge l’istituto, viene sopperita con turni di servizio massacranti, che prevedono la programmazione con due ore di straordinario giornaliere procapite e con la previsione di doppie e tripli compiti o posti di servizio, senza che la direzione abbia provveduto o almeno tentato di sanare tale grave situazione”, scrivono i sindacati nella loro missiva, indirizzata anche alla stampa, ma in particolare al provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Regione Sicilia Cinzia Calandrino, al prefetto di Enna Matilde Pirrera, al questore Corrado Basile, al giudice del lavoro presso il Tribunale di Enna, alla direttrice del quarto ufficio di relazioni sindacali di Eoma, Ida Del Grosso, e alla direttrice Gabriella Di Franco, oltre che alle segreterie nazionali di U.I.L., USPP, OSAPP, CNPP e Sinappe.

Secondo i sindacati, la pianta organica dell’istituto sarebbe stata prevista “con un semplice calcolo matematico e non già con le reali esigenze strutturali e di servizio”. Questo avrebbe “determinato una gravissima situazione operativa”. La conseguenza sarebbe uno “stress psicologico e psicofisico agli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria di Enna, ormai in gran parte prossimi alla pensione, con oltre cinquanta anni di età e trenta anni di servizio”.

“Va inoltre denunciata – proseguono i sindacati della polizia penitenziaria – la perdita di oltre venticinque unità in forza, nel solo ultimo anno, senza che ciò abbia provocato il ben che minimo interesse da parte dei dirigenti di tutti i livelli nella immensa scala gerarchica amministrativa”.

“Se si considera poi tutto il periodo legato all’emergenza epidemiologica che ha visto soltanto la polizia penitenziaria fronteggiare il tentativo di rivolta dei detenuti”.

“Non va inoltre sottaciuta la grave decisione di non sottoporre a test sierologici, come invece accade in quasi tutti gli istituti, il personale di polizia penitenziaria di Enna, con grave ed ingiustificato rischio di epidemia”.

“Da circa due anni, con l’arrivo del nuovo direttore, la situazione pare essere peggiorata, la mancanza assoluta di dialogo e di relazioni sindacali hanno obbligato tutte le Organizzazioni Sindacali a dichiarare lo stato di agitazione, già dal mese di marzo c.a. e richiedere l’attivazione di un tavolo superiore presso il provveditorato regionale di Palermo, che però, alla data odierna non ha dato alcun riscontro nel merito. Le innumerevoli doglianze espresse dalle OO.SS. tutte, ad oggi, non hanno trovato la benché minima risposta, la direzione ennese e il provveditorato di Palermo sembrano limitarsi a non rispondere alle molteplici missive e\o alle legittime richieste di intervento, ciò in violazione degli accordi locali e regionali nonché delle normative vigenti in materia di relazioni sindacali”.

Per i sindacati, anche la situazione relativa alla sicurezza a Enna sarebbe grave: “L’aver installato sbarre di ferro e lucchetti antiscasso in ogni parte dell’istituto, senza prevedere sistemi di allarmi elettronici e strumenti adeguati a contrastare rivolte, evasioni, aggressioni e quant’altro purtroppo la cronaca ci comunica accade negli istituti della nazione, avrebbero, secondo noi, dovuto insegnare qualcosa agli esimi dirigenti dell’amministrazione penitenziaria, ma purtroppo, ancora oggi si tenta di contenere i problemi con catene ai cancelli e con grosse chiavi affidate a pochissimi uomini-eroi della polizia penitenziaria che solo grazie alla professionalità e all’esperienza maturata,  ancora una volta, qualche giorno fa hanno salvato la vita ad un giovane detenuto”.

“La mancanza di prospettive utili a migliorare le sopracitate condizioni inaccettabili di lavoro e di vita, impongono una adeguata risposta sindacale ed è per questo che le OO.SS. scriventi hanno deciso di mettere in campo ogni iniziativa utile al fine di ottenere condizioni operative accettabili e pertanto annunciamo il sit-in di protesta per giorno 18 settembre p.v. alle ore 10:00”.

I sindacati, riepilogando, denunciano:

      L’assenza di relazioni sindacali e violazione degli accordi decentrati;

      Le omesse risposte alle doglianze sindacali;

      Carichi di lavoro oltre il limite di tollerabilità;

      Rigidi obblighi ad espletare più mansioni ancorché in diversi posti di servizio;

      Turni di servizio massacranti, anche oltre le otto ore programmate;

      Iniqua distribuzione dello straordinario per il personale del Nucleo Traduzioni;

      Iniqua distribuzione dei servizi di missione per il personale del N.T.P. ;

      Mancata concessione riposi Legge 104 “covid ” senza alcuna motivazione;

      Utilizzo nei “controlli domiciliari” della Polizia Municipale, ritenuto quanto meno inopportuno ed umiliante, per un presunto accertamento della documentazione presentata alla direzione dal personale per i permessi Legge 104;

      Rapporti disciplinari anche per lievissime presunte infrazioni.-

La richiesta finale dei sindacati è estremamente forte: chiedono “l’avvicendamento del direttore di Enna per incompatibilità ambientale, gestionale e manifesta contrapposizione alle norme che regolano le relazioni sindacali e i rapporti con il personale”.

La redazione di EnnaOra ha provato a sentire una replica dal direttore della Casa circondariale, ma fonti interne ci ricordano che per rilasciare dichiarazioni occorre un’autorizzazione da parte del Dipartimento. 

 
(La foto è una vecchia immagine di repertorio)