Martedì 26 gennaio si è svolta una tavola rotonda, patrocinata dal Centro di Documentazione Europea (CDE) dell’Università “Kore”, avente ad oggetto “Un’economia al servizio delle persone: gli strumenti di intervento dell’Unione europea”.
L’organizzazione del seminario-webinar – che rientra nell’ambito del Progetto di rete dei CDE italiani: “La conferenza sul futuro dell’Europa. Un nuovo slancio per la democrazia europea”; e che è stato finanziato dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Italia – è stata curata dal Referente del CDE dell’Università “Kore”, Nicolò Valguarnera, nonché dal personale della Biblioteca di Ateneo, sotto la supervisione e la responsabilità direzionale della Direttrice del Sistema Bibliotecario di Ateneo, Dott.ssa Alessandra Pecora.
Il dibattito – indirizzato tanto a studenti universitari, quanto a studiosi, ricercatori ed esperti del settore – è stato coordinato e moderato dai Prof.ri Daniele Caviglia e Raffaele Scuderi – Università “Kore” – ed ha visto alternarsi, al tavolo virtuale dei lavori, il Prof. Francesco Saraceno – Science PO, LUISS e OFCE – il Prof. Lorenzo Mechi – Università di Padova – ed il Prof. Amedeo Argentiero – Università “Kore” – nonché la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università “Kore”, Prof. Giovanni Puglisi, e del Preside della Facoltà di Scienze economiche e giuridiche, Prof. Roberto Di Maria.
L’evento costituisce l’ultima di una lunga serie di iniziative (seminari, convegni, giornate di studi, laboratori tematici) che contraddistinguono la prolungata ed intensa attività del CDE dell’Università “Kore”, da anni impegnato a tradurre le istanze, i principi ed i valori europeisti – incarnati dalla Commissione europea, di cui i CDE sono articolazione accademico-territoriale – a beneficio della comunità universitaria e della collettività locale.
In particolare – quest’anno – i relatori si sono soffermati sulle iniziative concretamente adottate dalle Istituzioni europee per fronteggiare la crisi, sociale ed economica, che ha investito i Paesi membri dell’Unione – e non soltanto – a causa della esplosione della pandemia da SARS Covid-19: hanno delineato i percorsi tecnico-politici che hanno condotto alla definizione degli aiuti compendiati nel c.d. “Recovery Fund”; hanno rassegnato le linee guida che i progetti nazionali hanno strategicamente seguito per accedere ai finanziamenti; hanno evidenziato alcune criticità emerse nei rapporti fra gli Stati membri e rimarcato, pertanto, l’attività di sintesi operata dalla U.E.
Ne è emerso un quadro dal quale si ricava, quindi, la primaria vocazione “sociale” delle Istituzioni europee, capaci di sostenere le economie nazionali, di alimentare le attività produttive e di servizio, nonché di consolidare gli strumenti di tutela effettiva dei diritti individuali e collettivi, facendo fronte comune rispetto alla ricerca della soluzione di una crisi prolungata e straordinaria.