di Josè Trovato

Troina. La diffusione della Pandemia all’Oasi di Troina, alla base di uno dei più preoccupanti focolai siciliani del Covid-19, fu una tragica fatalità. Quanto avvenuto non è addebitabile ad alcun reato nè ad alcun tipo di colpa e, va sottolineato, sin dall’inizio non ci fu mai alcun indagato. Per questa ragione la Procura di Enna, l’ufficio del procuratore Massimo Palmeri, ha archiviato l’inchiesta a carico di ignoti aperta lo scorso aprile, in pieno lockdown, per epidemia colposa. All’interno del focolaio, si ricorda, 167 furono i contagiati – tra pazienti e operatori – e cinque, purtroppo, le vittime.
Nell’ambito dell’inchiesta la magistratura ennese ha conferito una delega alla Guardia di Finanza della Tenenza di Nicosia, che acquisì tutti i documenti di quel periodo allo scopo di cristallizzare la situazione e giungere a una ricostruzione definitiva di quanto avvenuto. Nel frattempo a metà maggio i guariti erano già 158 e rapidamente si sarebbe tornati alla situazione di Covid-free, grazie anche alle puntuali misure di contenimento dei contagi messe in atto dall’Oasi. L’archiviazione è arrivata ad opera della task force di magistrati attivata l’anno scorso dal procuratore Palmeri per raccogliere tutte le segnalazioni sull’emergenza pandemica, un pool ancora al lavoro e di cui fanno parte i sostituti Stefania Leonte, Domenico Cattano e Salvatore Interlandi.
L’archiviazione, è di tutta evidenza, chiude una volta per tutte ogni ipotesi che possano essere state commesse irregolarità, imprudenze o imperizie di qualunque tipo. Dall’inchiesta, in sostanza, l’Oasi – struttura di primissimo piano a livello nazionale, un’eccellenza tra gli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico – esce senza alcuna macchia.