di Pinella Crimì

Il nostro Paese, ormai diviso in fazioni su ogni argomento, sembra aver ritrovato unità, ancora una volta, grazie allo sport. I nostri campioni e le nostre campionesse riescono a ridarci l’orgoglio di far parte di una comunità che si alza cantando l’inno di Mameli e che ha bisogno di ricominciare nonostante la tempesta.
Si tratta di occasioni ormai rare di coesione, destinate a finire con l’ultima gara.
Eppure, basta guardare oltre per provare a cogliere i germi di un Paese che si affida ai suoi simboli per ricordare a se stesso la propria storia e il proprio destino.
Di fatto, ogni successo, in qualsiasi ambito, racconta di eccellenze uniche al mondo, di capacità di affrontare le sfide, di innovare a partire dai grandi del passato, di rimanere fedeli ad una tradizione di grandezza.
In questo processo è fondamentale una rinnovata consapevolezza femminile, capace di superare schemi del passato per ritrovare la bellezza del proprio esserci da protagonista. Lo ricordano le artiste presenti in ogni città e in ogni paese, che, attraverso il loro talento, raccontano di un Paese capace di far diventare opera d’arte ogni materiale grezzo.
Lo ricordano le direttrici d’orchestra, le maestre di musica, le cantautrici, capaci di trasformare in armonia suoni che, altrimenti, sarebbero rumori. Lo ricordano le ricercatrici che, dopo aver scritto una lettera di giusta protesta per aver pagato più degli uomini le conseguenze della pandemia, continuano a studiare e a lavorare per far crescere la cultura e la scienza. Lo ricordano tutte le donne capaci di costruire coesione sociale e di smentire il mito secondo cui nel mondo femminile non esiste solidarietà, mostrandosi in grado di non considerare gli uomini nemici da imitare o da abbattere. Sono donne che rendono grande l’Italia, che fanno la storia, che cambiano il mondo.
Perché l’Italia, quando gioca di squadra, è davvero un bel posto in cui vivere.

(tratto dalla pagina Facebook del Forum delle Associazioni familiari, di cui la nostra amica professoressa Pinella Crimì è membro del Consiglio direttivo)