SANREMO (ITALPRESS) – Lungo applauso al festival di Sanremo per l’omaggio che Amadeus ha voluto tributare ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel trentesimo anniversario del loro assassinio. «Sono passati 30 anni dagli attentati dei giudici Falcone e Borsellino – dice lo scrittore Roberto Saviano – stasera siamo qui a ricordare, parola che viene dal latino recordare che significa rimettere nel cuore, perché per gli antichi era il cuore la sede della memoria. Ricordando Falcone e Borsellino non stiamo semplicemente provando nostalgia ma li stiamo riportando in vita».
«Per tutti noi Falcone e Borsellino sono simboli di coraggio, il coraggio è sempre una scelta tra prendere posizione e lasciar perdere che non significa rimanere neutrali, ma essere complici. “Ogni volta che la società civile e la politica non si occupano di mafia creano un silenzio che finisce per favorire le mafie e ostacolare chi le contrasta”.
La storia di Falcone e Borsellino “è quella di chi sceglie pur sapendo di rischiare», continua Saviano ricordando gli altri morti in quella guerra di mafia: Rocco Chinnici, Cesare Terranova, Pietro Scaglione, Antonino Saetta, Gaetano Costa, Ciaccio Montalto, Alberto Giacomelli, Rosario Livatino. Poi Saviano ha parlato della “delegittimazione: il miglior alleato del silenzio, un modo per creare diffidenza tra chi era dalla loro parte”. Si arrivò a dire che «la borsa con i candelotti di dinamite all’Addaura Falcone se l’era messa da solo per fare carriera». Infine ha ricordato la giovane collaboratrice di giustizia Rita Atria, appena 17enne, che si tolse la vita 7 giorni dopo la morte di Paolo Borsellino.
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