di Paolo Di Marco

La legislatura targata Nello Musumeci si conclude con un lungo elenco di incompiute o di progetti abbozzati e neppure iniziati. Forse aveva ragione lo stesso Nello quando affermava di aver bisogno di altri cinque anni per iniziare a dare corpo alle idee. Il centrodestra, però, non glielo ha concesso. Pur nondimeno bisogna tracciare, seppur sommaria, una linea di demarcazione tra il detto e il fatto. Ad Enna, e nella sua provincia, brilla il detto, per il fatto ci tocca aspettare. Alzando il velo sulla città è bene ricordare che, fra l’altro, attende notizie precise su: Policlinico, emodinamica, ristrutturazione ex ospedale Umberto I di Enna alta e, non manca mai da almeno quarant’anni a questa parte, il perdurante non utilizzo dell’ex Ciss di Pergusa. Sono interventi di primaria importanza che se realizzati avrebbero potuto cambiare il volto alla città e invece nulla. Assicurazioni e basta, ma le tasche bucate sono piene di assicurazioni e basta. Fra le quattro iniziative poste all’attenzione ce n’è una che interessa in prima battuta il portafoglio e l’organizzazione degli uffici della Regione: la ristrutturazione dell’ex ospedale Umberto I di Enna alta, nei cui vastissimi locali abbandonati potrebbero essere insediati agiatamente tutti gli uffici regionali oggi in affitto i cui costi pesano maledettamente sul derelitto bilancio regionale. Per offrire un quadro più aderente alla realtà citiamo gli Uffici più importanti che operano in locali angusti e costosi: Motorizzazione, Ufficio provinciale del lavoro, Ispettorato del lavoro, Protezione civile. Il plesso dell’ex ospedale è di proprietà dell’Asp, quindi della Regione; è inutilizzato da oltre 10 anni ed è talmente vasto che potrebbe ospitare oltre che gli uffici regionali anche una o due facoltà universitarie ridando vigore all’intera Enna alta.

Che risparmio per la Regione e quale respiro per la città.

Ma dopo le strombazzate incursioni del presidente Musumeci e del suo assessore Razza, con la declamazione di un impegno concreto e immediato, nulla di fatto. Un progetto simile sarebbe invece in fase di realizzazione a Catania. Degli altri tre non dobbiamo aggiungere nulla riguardano lo sviluppo e la salute di tutta la provincia. Strumenti, opportunità che altri territori vorrebbero e hanno già provato a scippare. Hanno fatto di tutto in questi mesi per bloccare i relativi programmi e in parte ci sono riusciti. Tendono a salvare le loro miserie rubando il futuro ad altre comunità. Enna spera che in futuro il nuovo governo regionale sia più attento alle esigenze dei territori interni dell’isola che continuano ad essere mortificati da una esasperante desertificazione. Al nuovo inquilino di palazzo d’Orleans va ricordato che l’università Kore è il quarto polo siciliano, ma non è statale. La Regione quindi deve sostenere sistematicamente l’ateneo, senza attendere l’attenzione di questo o quel deputato. Un ultimo appunto fuori busta: Autodromo di Pergusa. È una struttura morente malgrado gli sforzi degli amministratori. O la Regione ci crede e investe o non ci crede e storni le annuali mance su altri programmi. Non è possibile che all’unico circuito del sud d’Italia i finanziamenti arrivino sempre in ritardo e con il contagocce, e spesso grazie all’impegno del solito deputato o di un assessore che a fine mandato mette la firma su un decreto per dei lavori da fare da tempo. Sono lentezze che non assicurano sviluppo ad un territorio anzi lo rendono più debole. Un chiaro indicatore delle immense difficoltà che soffre l’intera comunità ennese si legge nel continuo abbandono di giovani-adulti che vanno dai 30 ai 50 anni, le classi più produttive. In estrema sintesi. Le famiglie ennesi si sacrificano per dare una formazione intellettuale e professionale ai propri figli che non trovano sfogo occupazionale se non emigrando.