di Salvo La Porta

Arthur Schopenhauer, il filosofo tedesco che interpreta la vita dell’uomo con il profondo pessimismo di chi vive la propria esistenza tra il dolore e la noia, trova nella solitudine il rimedio al tormento umano con il raggiungimento della libertà individuale.

“ Chi non ama la solitudine, non ama neppure la libertà, poiché soltanto quando si è soli, si è veramente liberi”.

A ben cercare, il richiamo alla vita solitaria non appare granché originale; tanto vero è che in molti monasteri ed abbazie lo si trova in tutta evidenza, come esortazione ad una vita di contemplazione, attraverso la locuzione latina “ Beata solitudo, sola beatitudo”, attribuita prima a Seneca, quindi a San Bernardo di Chiaravalle.

Con tutto il rispetto per questi giganti della filosofia ascetica, ritengo che la solitudine non possa mai essere gustata nella sua beata totalità se non a seguire una liberatoria attività, che si svolge in funzione degli altri.

Tale attività, se vuole essere seria, non può che scaturire da una decisione assunta in piena libertà nel tempo della solitudine a fronte della presa di coscienza che c’è un tempo per tutto; un tempo per restare da soli, uno per cercare gli altri, affinché questi possano godere dei succosi frutti, che la nostra pianta ha maturato, lontani dalle passioni del mondo e dalle zavorre dei metalli e che saranno gustati, ricevendone noi magari in cambio l’amara ricompensa dell’ingratitudine.

Paulo Coelho in una sua bellissima poesia dal titolo “ C’è un tempo per tutte le cose” esprime efficacemente i concetti, che io maldestramente ho appena balbettato “ Un tempo per nascere, un tempo per morire. Un tempo per piantare, un tempo per sradicare la pianta. Un tempo per uccidere, un tempo per guarire. Un tempo per distruggere, un tempo per costruire. un tempo per piangere, un tempo per ridere. Un tempo per gemere, un tempo per ballare. Un tempo per scagliare pietre, un tempo per raccogliere sassi. Un tempo per abbracciare, un tempo per separarsi.”

A sostegno di questa tesi, ma forse la stessa tesi è stata attinta dal pozzo dell’infinita e profonda cultura popolare, un proverbio siciliano recita “ tiempu e malu tiempu…nun dura tuttu ‘u tiempu!”; ovvero, le giornate belle non durano per sempre e…neppure quelle brutte.

A noi, nella solitudine della nostra stanzetta, la capacità di non lasciarci prendere dall’euforia, quando il cielo è terso e brilla il sole, né dalla tristezza e dallo scoraggiamento quando il cielo è nero, il mare è infido e la riva appare irraggiungibile.

Leonforte, 11 gennaio 2023