di Josè Trovato

Corre l’anno 2023, l’informazione viaggia alla velocità della luce, ma non è cambiato niente: gli italiani sempre quelli sono. Una nazione popolata da analfabeti, personaggi presuntuosi e da quelli che Sgarbi chiamerebbe “capre”. Oggi informarsi non è complicato, la maggior parte dei siti web ha ampi spazi di news e approfondimento gratuiti eppure la maggior parte della gente si informa su Facebook e sui social commenta, magari dopo aver letto mezza riga, ergendosi a sovrano, giudice, censore e moralizzatore. Poco conta il fatto che poi, andando alla sostanza, non siano in grado di distinguere la verità dalla finzione, la realtà dall’avanspettacolo, la fantasia dalla cronaca nera. E soprattutto, non si può non aggiungere, il bene dal male.
Sui social è un pullulare di commenti tutti uguali: “Messina Denaro si è consegnato”, “non è vero che lo Stato ha vinto”. Che poi dire ciò, se declinaste il concetto provando a tradurre l’idiozia in un linguaggio corrente, sarebbe un po’ come dire che i carabinieri del Ros hanno fatto una “pupata”: hanno indossato i passamontagna e si sono appostati alla clinica La Madonnina al solo scopo di farci credere, a noi che però non siamo ignoranti e non ci caschiamo, che lo abbiano arrestato per davvero loro, che lo Stato abbia davvero vinto. Mentre non è così: “Ha vinto lui”, “li ha fregati ancora”. Si legge questo sui social, sic. Il concetto è sempre uguale: l’uomo non è mai stato sulla Luna, i vaccini uccidono, le scie chimiche ci infettano di chissà cosa ogni giorno e pure Elvis, se cerchi bene, è ancora vivo.
Oh, c’è poi anche un popolo di giudici di sorveglianza a snocciolare articoli delle riviste di gossip come se fosse “procedura penale”, sostenendo che date le condizioni di salute Messina Denaro, che giustamente è al 41 bis per restarci vita natural durante, non farà un solo giorno di prigione. E purtroppo la realtà oggi è questa. I social network elevati a strumento di indottrinamento popolare, purtroppo, producono una massa di laureati all’università “della vita”, convinti di essere più scaltri, più furbi, complottisti della prima ora a caccia di informazioni, ché i media “noncieledicono”. C’è chi per 364 giorni all’anno, la parola “mafia”, non la cerca neppure su google, perchè proprio non gliene può importare di meno. E poi oggi, all’improvviso, parla di mafia. C’è chi sogna che Messina Denaro da un momento all’altro venga prelevato con un “piano speciale” alla Lupin, che Goemon con la sua spada spezzerà le sbarre e che Jigen sparerà a tutti per coprirgli la fuga. Insomma: all’ispettore Zenigata riusciranno a farla anche stavolta. C’è poi chi pensa che si sia trattato di uno scherzo, “perché”, vedrete, “il dna dimostrerà che non è lui”. Hanno scritto pure questo, giuro! E poi ci sono i fan dichiarati del boss, quelli che scrivono “Forza Matteo”, o “Zio Matteo sei un grande”, che ascoltano le canzoni di Niko Pandetta e cantano “maresciallo non ci prendi pistola nella Fendi” mentre scrivono nei loro profili che oggi, a esultare, sono “solo gli sbirri”.
Forse è così: forse ci si deve rassegnare ai commenti di questa italietta disinformata e un po’ ignorante. Anche perché poi la sostanza, nell’ottanta per cento dei commenti di quelli più “furbi”, è contenuta nell’interrogativo, assurdo, di chi parla per assurdo: ma se fosse vero? Ma se davvero Messina Denaro avesse voluto che lo prendessero, perché stanco, malato o anche solo per fare qualcosa di diverso, dopo 30 anni a rimanere nascosto come un topo, me lo dite a voi cosa cambia?
La verità è una sola, e neppure i cospirazionisti più devoti al loro credo potranno negarlo: ieri la primula rossa di Cosa Nostra è stata arrestata. Ed è ancora festa.