BARRAFRANCA. Il capo dell’ufficio tecnico comunale Giuseppe Zuccalà è stato assolto con formula piena dall’accusa di corruzione. Era accusato di aver accettato la promessa di somme di denaro da Flavio Alberto Bevilacqua, figlio del boss Raffaele. Il figlio di Bevilacqua, lo storico boss di Cosa Nostra morto ieri a Milano, gli avrebbe chiesto di favorire l’impresa che si aggiudicò gli appalti per i lavori in una scuola e per la manutenzione degli impianti termici del Comune.

Quell’imprenditore poi, a sua volta – questa era l’ipotesi della Procura distrettuale di Caltanissetta – avrebbe dovuto provvedere a pagare sia il funzionario che il figlio del boss. A distanza di tre anni però il geometra Zuccalà, che fu anche arrestato ai domiciliari (ma immediatamente scarcerato dal Riesame) nell’ambito dell’operazione Ultra, esce pienamente assolto dal Gup con rito abbreviato.

Secondo fonti di difesa – è assistito dagli avvocati Gabriele Cantaro e Boris Pastorello – già il Tribunale di Libertà, nel disporne l’immediata scarcerazione, aveva preso atto, sulla scorta di una copiosa documentazione prodotta, la regolarità delle procedure di assegnazione di quei lavori.

Nel corso delle indagini, i commissari del Comune di Barrafranca, i cui organi politico-amministrativi intanto sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, lo hanno sospeso dal servizio. Sta di fatto che poi la Dda di Caltanissetta ha chiesto il rinvio a giudizio e la difesa ha chiesto il rito abbreviato.

Il resto è storia recente, ovvero la sentenza emessa ieri dalla giudice di Caltanissetta Manuela Carrabotta, dopo quattro ore di camera di consiglio. In aula, la Pm Nadia Caruso aveva chiesto la condanna a 2 anni 8 mesi di reclusione.

I difensori invece hanno chiesto il proscioglimento con formula piena del proprio assistito, sulla “scorta degli elementi di prova a discolpa già acquisiti agli atti del procedimento”. Inoltre i legali avrebbero evidenziato, affermano fonti di difesa, “l’assoluta correttezza del suo comportamento nello svolgimento delle gare richiamate nella contestazione di reato”.

La difesa ha evidenziato infine che “le ulteriori minuziose indagini svolte dalla Procura Distrettuale di Caltanissetta non hanno evidenziato manchevolezze di sorta nell’operato del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Barrafranca”.