de Il Tavachino

Un fortunato spot   pubblicitario di circa 30 anni  addietro ci presentava un serafico Massimo Lopez che per posticipare la sua fucilazione si destreggiava in una lunghissima telefonata con la vecchia Tim. Ammetto che fare ironia su un argomento tanto delicato quanto  quello della salute  è poco elegante . Altrettanto inquietante è constatare che parlare spesso di un tema, anche se di vitale importanza, alla lunga abbassa la soglia d’interesse se non addirittura suscita una sottile irritazione. Eppure  non si può perdere la capacità d’indignarsi di fronte ad una grave sconfitta subita dalla nostra comunità: la sanità ospedaliera a Leonforte è sull’orlo del collasso.

La crisi, ormai tristemente cronica, si riacutizza in estate. E crisi in sanità  significa forte disagio del cittadino, specie quello debole. Disagio si associa a sconforto, a disperazione, a perdita della dignità e a sfiducia nelle istituzioni. Le quali sono spesso latitanti se non addirittura a volte responsabili in prima persona  della disfatta. E se ci penserà la Storia a condannare chi ha voluto questo stato di cose (e per chi crede, la Giustizia Divina, in quanto trattasi di causa di sofferenze) a noi oggi spetta il compito di non spegnere i riflettori su quella che sembra la morte annunciata (e non solo metaforicamente) di un diritto che tutte le società di  esseri umani dovrebbero avere. Pur tuttavia, a fronte di un assordante silenzio, rotto ogni tanto da corroboranti annunci di una nuova  TAC  (non è  essa di certo un regalo e pecca pure di evitabili ritardi), c’è qualcuno che ha lavorato sotto traccia tessendo una sottile tela di relazioni, contatti e pressioni.

Il comitato spontaneo pro medici argentini, constatato che nessuna seria soluzione era stata proposta dalla Direzione Aziendale, ha sapientemente riunito attorno ad un tavolo i sindaci, i vescovi del territorio ed i vertici aziendali per far attivare un bando concorsuale  per medici aperto anche a quelli extraeuropei, cosi come avvenuto con successo nell’ospedale di Mussomeli. Ebbene   l’obiettivo è stato centrato. Grazie ad una norma di legge regionale emanata  per l’occasione, in cui si autorizzano i direttori generali ad accettare medici anche fuori dai confini europei, snellendo  anche il nodo delicato dell’iscrizione agli Ordini Professionali, il bando è stato emanato e le domande regolarmente presentate.  Nulla e nessuno si potrà opporre al fatto che fra qualche mese gli ospedali di Leonforte e Nicosia potranno avvalersi di circa 40 nuovi medici, ossigeno puro per gli asfittici organici dei nostri presidi. Nessuno dovrà, o potrà opporsi, a ciò che il Direttore Generale ha di suo pugno controfirmato. Egli infatti si sta assumendo legittimamente tutte le responsabilità  del caso e sta acquisendo finalmente quei meriti oggettivi  che da tanto tempo avremmo voluto  e non potuto riconoscergli.

A questo punto potremmo stracciare quegli abbonamenti al telefono che erano stati proposti in extremis per allungare la vita… a tanti di noi.