di Josè Trovato

LEONFORTE. La Tecnogestioni, la società che gestisce il campo sportivo comunale, ha ricevuto una interdittiva antimafia. La società, si ricorda, è stata amministrata da Nino Forno, leonfortese sotto processo per usura assieme al fratello Ettore, quest’ultimo pregiudicato (per una vecchia grave storia di usura a Leonforte). Il provvedimento, l’interdittiva, sarebbe stato impugnato, ma nel frattempo il Comune di Leonforte ha attivato la procedura per revocare la convenzione trentennale stipulata nel 2009 per la gestione della struttura. Gli uffici hanno ricevuto inoltre il mandato di revocare le autorizzazioni al bar dello stadio e subentrare nella gestione. Dovranno assumere “ogni atto amministrativo finalizzato ad assicurare continuità nella gestione diretta della struttura (sportiva, ndr.) in capo al Comune di Leonforte”. E questo in attesa “dell’avvio di una procedura di evidenza pubblica per l’eventuale affidamento della gestione a terzi”. Va specificato che non si conoscono le ragioni della interdittiva di cui si parla. Ed è doveroso sottolineare anche che nè Nino Forno nè suo fratello – su Ettore pende una confisca di beni giunta a seguito di una indagine patrimoniale della Dia di Caltanissetta – risultano mai stati indagati per reati di mafia.

Un’analoga procedura di revoca della concessione per il campo era già stata attivata dalla scorsa amministrazione dopo l’arresto dei Forno, ma non arrivò mai un provvedimento definitivo. Il motivo dell’atto di indirizzo odierno, approvato all’unanimità dalla giunta del sindaco Piero Livolsi, è una questione di legalità sostanziale. L’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura per la ditta Tecnogestioni Unipersonale s.r.l., si legge nella delibera, “ne decreta l’assoluta incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione”. Per questo la giunta dà mandato al responsabile del settore tecnico “di procedere alla revoca della Convenzione”. E al responsabile del Suap di revocare “ogni autorizzazione “alla somministrazione e gestione dell’attività commerciale all’interno della struttura sportiva”. È il bar dello stadio, il Terzo Tempo Cafè. Con lo stesso atto d’indirizzo, l’amministrazione onera la Tecnogestioni Srl di “riconsegnare la struttura” e “tutti i locali accessori e le attività commerciali ivi collegate liberi da beni mobili di sua proprietà”. In delibera si ricorda che quando fu stipulata la convenzione, nel settembre del 2009, la Prefettura di Enna comunicò che “nei confronti della ditta non sussistevano cause di divieto di sospensione e di decadenza”. Allora era così. A chiedere informazioni fu il capo settore tecnico, e la risposta fu positiva.

Quattro giorni fa, il 29 novembre scorso, da una “interrogazione della Banca Dati Nazionale Antimafia del Comune di Leonforte tramite la Prefettura di Enna”, è emerso che la Tecnogestioni Srl “risulta essere destinataria di Interdittiva antimafia”. L’interdittiva della Prefettura di Enna è del 18 luglio scorso. Questo provvedimento, fa notare l’ente, “ne decreta l’assoluta incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione”. La delibera evidenzia poi che la Tecnogestioni, “in violazione dell’art. 25 della convenzione”, avrebbe omesso “di informare l’amministrazione di una operazione societaria di vendita di quote della società che, di fatto, comportava non soltanto il cambio del precedente amministratore, bensì un mutamento sostanziale del suo assetto proprietario”. Questo ha portato alla verifica dei requisiti e sono emerse l’interdittiva, oltre che il processo a carico di Nino Forno. Una delle imputazioni in carico all’ex amministratore, inoltre, riguarda il fatto che il fratello Ettore, secondo la Procura di Enna “quale effettivo titolare della Tecnogestioni Srl”, avrebbe attribuito “fittiziamente a Forno Antonino, suo prestanome, la titolarità formale della Tecnogestioni Srl al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali”. Il Comune ha chiesto di essere parte civile nel processo determinando, così, una “causa pendente tra la società e l’ente”.

Va evidenziato che il procedimento penale a carico dei fratelli Forno è ancora in corso e che per loro vige la presunzione di non colpevolezza. Infine vi sarebbe l’esito delle ispezioni eseguite dal Comune al campo sportivo. I sopralluoghi infine hanno fatto emergere che la società, secondo l’ente, non avrebbe correttamente adempiuto agli obblighi di legge e a “quelli convenzionali relativi alle necessarie comunicazioni e dichiarazioni”. Il 3 novembre scorso l’ente aveva chiesto alla società di comunicare “formalmente la conclusione dei lavori di manutenzione” che aveva preannunciato. Poi la Tecnogestioni Srl non rispose ma autorizzo, il 12 novembre, “l’utilizzo dell’impianto per una partita del campionato di calcio dilettantistico”. Partita che si è svolta regolarmente.

Nella foto, il campo sportivo il 13 ottobre scorso