Bonus mamme INPS: tutti i dettagli sulle modalità operative.
Il problema della conciliazione tra lavoro e maternità è molto sentito in Italia. Per rendersi conto di quanto la situazione sia pesante, è possibile fare riferimento ai numeri del 2022. Due anni fa, quasi 45 mila donne lavoratrici madri si sono dimesse. Nel 63% dei casi, questa decisione è stata presa per via delle forti difficoltà nel conciliare lavoro e genitorialità.
Per arginare in parte questa situazione, con la Legge di Bilancio 2024 è stato istituito il cosiddetto bonus mamme. Si tratta di una misura che prevede l’esonero dal versamento della contribuzione previdenziale a carico della dipendente, pari al 9,19% dello stipendio lordo, fino a una somma massima di 3.000,00 euro annui da parametrare di mese in mese.
Inizialmente, la misura è stata pensata per le lavoratrici con almeno tre figli. Le cose sono recentemente cambiate: è stato deciso che, per il 2024, in via sperimentale il bonus verrà messo a disposizione anche alle lavoratrici con due figli.
Cosa sapere sui requisiti
Oltre al numero di figli, esistono anche altri requisiti da considerare. Uno dei principali è la tipologia di rapporto lavorativo. Il bonus mamme INPS è riservato alle lavoratrici madri dipendenti nel settore privato e pubblico.
L’esonero dai contributi, tenendo fermo il requisito del numero di figli, è disponibile anche per le lavoratrici del settore agricolo, per le madri che lavorano con contratti di somministrazione e per quelle con un contratto di apprendistato.
Necessario è aver firmato un contratto a tempo indeterminato.
Il bonus non è previsto per le lavoratrici domestiche.
Modalità operative
Le lavoratrici madri che sono in possesso dei requisiti per la ricezione del bonus a gennaio 2024, hanno diritto, già in quel mese, all’esonero contributivo.
In caso di nascita, nel corso dell’anno 2024, del secondo figlio, si può accedere al bonus mamme già dal mese di nascita del neonato. L’agevolazione è valida fino al compimento del decimo anno del figlio.
Le regole per il 2025 e il 2026
Le regole operative per il 2025 e il 2026, al momento, prevedono che il bonus mamme venga assegnato dopo la nascita dell’eventuale terzo figlio. La possibilità di godere dell’esonero contributivo decade nel momento in cui diventa maggiorenne il figlio più giovane.
Come accedere all’agevolazione
Le lavoratrici madri che sono interessate ad accedere all’agevolazione del bonus mamme, possono considerare due alternative. Ecco quali:
-Rivolgersi al proprio datore di lavoro o ente di Patronato;
-Attendere la pubblicazione, sul sito dell’ente, di una funzionalità ad hoc per l’accesso individuale.
Altre informazioni
Il bonus mamme INPS può essere richiesto, considerando il possesso dei requisiti lavorativi e relativi al numero di figli, anche dalle lavoratrici madri che hanno scelto l’adozione e l’istituto dell’affidamento.
Il diritto all’accesso al bonus è legato alla nascita del secondo o terzo figlio, a prescindere dal suo vivere o meno con la madre (si può chiedere l’agevolazione anche nel caso in cui i figli sono affidati in maniera esclusiva al padre).
Visionabile direttamente in busta paga, si parla di un’agevolazione che prevede un esonero contributivo; essenziale è rammentare che l’importo presente in busta paga frutto dell’esonero contributivo concorre alla definizione del reddito imponibile.
Si rammenta inoltre che, nei frangenti in cui la lavoratrice fruisce di un congedo straordinario, la stessa può richiedere l’esonero contributivo nei casi in cui è presente un’integrazione della suddetta indennità.
Il bonus vale per la prima delle due somme, che viene versata dal datore di lavoro.
La stessa regola vale per i periodi di congedo di maternità o di congedo parentale.
Ulteriori importanti informazioni sono disponibili sul portale dell’Inps, nella pagina dedicata all’argomento.