Assegno di inclusione: come funziona e i requisiti per poterlo ottenere.
Dal 1° gennaio 2024, lo Stato italiano riconosce una nuova forma di sostentamento dedicata alle persone che vivono in condizione di povertà, fragilità e a coloro rientranti nelle fasce deboli escluse socialmente: l’assegno di inclusione. L’obiettivo di questa misura, recentemente entrata in vigore, è racchiuso nel nome “inclusione” in quanto comporta per il destinatario non solo un sostegno economico, bensì l’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa in accordo con specifici piani di politica attiva del lavoro (corsi di formazione, etc.).
L’erogazione dell’ADI (acronimo di Assegno Di Inclusione) è condizionata al possesso di alcuni requisiti, che andremo di seguito a esplicare. È importante partire dalla base, ovvero comprendere qual è la platea alla quale è destinata questa misura, onde evitare possibili fraintendimenti con altre misure di sostegno attualmente presenti nel nostro ordinamento.
I requisiti di cittadinanza per accedere all’ADI.
L’ADI è riconosciuto a tutti i nuclei familiari che, all’atto della presentazione della domanda di sostegno, abbiano almeno un componente che si trovi in una delle seguenti condizioni: non abbia ancora compiuto la maggiore età; sia in uno stato di disabilità; viva in condizioni di svantaggio e sia inserito, per questo motivo, in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari; abbia compiuto almeno 60 anni d’età.
Questa forma di sostentamento può essere ottenuta solo se si posseggono alcuni determinati requisiti. Ad esempio, il richiedente dev’essere cittadino UE oppure in possesso di un diritto/permesso di soggiorno nel nostro Paese; sono ammessi anche quei soggetti i cittadini di paesi terzi che siano in possesso di un permesso di soggiorno UE di lungo periodo, oltre ai cittadini che godono dello status di protezione internazionale.
Oltre ai requisiti di cittadinanza fin qui descritti, per poter accedere all’erogazione dell’assegno di inclusione è indispensabile che il richiedente non sia sottoposto a misura cautelare o a misura di prevenzione, non abbia subito sentenze definitive di condanna o adottate in base a quanto previsto dell’articolo 445 e seguenti del Codice di procedura penale (“patteggiamento”) nei dieci anni precedenti alla richiesta.
I requisiti patrimoniali per poter incassare l’Assegno Di Inclusione.
Il richiedente dell’ADI deve disporre, inoltre, di alcuni requisiti economici e patrimoniali: un ISEE inferiore a € 9.360,00; un reddito familiare non superiore a € 6.000,00 moltiplicato per il corrispondente della scala di equivalenza (valori numerici che entrano in “gioco” nel momento in cui sono presenti nel nucleo uno o più soggetti fragili); un nucleo familiare  interamente composto da persone di almeno 67 anni d’età o da over 67 che vivono con persone disabili o non autosufficienti con reddito non superiore a €.7.560,00 moltiplicati, anch’essi, per il relativo parametro della scala di equivalenza.
Per quanto concerne il patrimonio personale, il richiedente non deve possedere un immobile di proprietà “prima casa” dal valore commerciale superiore ad € 150.000,00 e il valore complessivo immobiliare – a esclusione dell’immobile adibito a “prima casa” – non superi € 30.000,00; inoltre, il valore del patrimonio mobiliare (o, in termini semplici, i risparmi) non siano d’importo superiore a €. 6.000,00 che incrementa di € 2.000,00 per ogni persona del nucleo familiare arrivando sino a un tetto massimo di € 10.000,00.
Infine, nessun componente del nucleo familiare dev’essere in possesso di un’autovettura di cilindrata pari a superiore a 1600 cc, motoveicoli di cilindrata pari o superiore a 250 cc immatricolati per la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta, né essere titolare di navi o imbarcazioni diporto.
È importante sottolineare che l’importo dell’assegno di inclusione, che non può essere inferiore a 480 euro all’anno, viene erogato come integrazione al reddito familiare o contributo per l’affitto.