Il regime forfettario, come aprire una partita iva e predisporre la dichiarazione dei redditi.
Non è necessario il conferimento dell’incarico ad un fiscalista per gli adempimenti.
Il regime forfettario previsto dalla Legge 190/2014 art. 1, commi da 54 a 89 e successive modifiche e integrazioni, può comportare notevoli vantaggi per coloro che, avendone i requisiti, lo scelgono; non solo dal punto di vista fiscale e contributivo, ma anche per quanto concerne gli adempimenti obbligatori, che sono estremamente semplificati.
L’aspirante imprenditore o professionista, deve inizialmente procedere alla propria abilitazione ai servizi di “fisconline” dell’Agenzia delle entrate; tale funzione è disponibile all’indirizzo agenzia delle entrate servizi telematici. L’accesso si può effettuare tramite carta d’identità elettronica, Spid oppure, in modo ancora più agevole e utile per gli altri adempimenti successivi, tramite la carta nazionale dei servizi – CNS, ossia una smartcard o una chiavetta USB che incorporano al loro interno il certificato di sottoscrizione (noto in modo diffuso, da anni, come “firma elettronica”) ed il certificato di autenticazione, che consente l’accesso a tutti i siti della pubblica amministrazione.
La CNS è rilasciata da numerosi esercizi commerciali abilitati e presso le sedi dalle Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato; può essere rilasciata inoltre online dai gestori autorizzati, tramite riconoscimento “de visu” con webcam o smartphone. Se si utilizza una smartcard è necessario possedere anche un lettore, comunemente in commercio, mentre con la chiavetta USB non serve altro.
Avvenuto l’accesso al sito dell’Agenzia delle entrate, questa mette a disposizione gratuitamente un software che, una volta installato sul proprio PC, permette di compilare i modelli per le dichiarazioni di Inizio Attività, Variazione Dati e Cessazione Attività Iva (modello AA9/12) e di renderli immediatamente pronti per il successivo invio mediante un servizio web sempre presente all’interno della propria area riservata.
Successivamente alla predisposizione del modello per mezzo del software menzionato sarà possibile, accedendo all’area riservata, utilizzare il servizio “invio documenti”, che si trova agevolmente seguendo il percorso “Trasmissione telematiche/ Invio documenti – Trasmissione file predisposti secondo le specifiche tecniche pubblicate (es. dichiarazioni)”. Per mezzo di un’operazione di upload sarà così possibile inviare il modello. Nell’espletare tale adempimento, è necessario esprimere l’opzione per la scelta della fruizione del regime per i contribuenti forfettari (flaggando il campo “regime fiscale agevolato”) oltre alla compilazione di tutti i dati identificativi del soggetto.
Successivamente, si potrà “scaricare” il file contenente il certificato di attribuzione della partita iva; per poter “decifrare” tale file, è necessario aver installato sul proprio PC anche un software noto come Desktop telematico, utile anche per autenticare il file inviato in precedenza all’Agenzia delle entrate.
Il soggetto dovrà a quel punto dotarsi di un programma che consenta l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche, divenute obbligatorie anche per tutti i soggetti forfettari a partire dal primo gennaio 2024; rammento che, in precedenza, quelli di estremamente modeste dimensioni potevano ancora emettere fattura in modalità cartacea.
Il contribuente forfettario non ha l’obbligo di tenere registri Iva e di predisporre la relativa dichiarazione.
Dovrà presentare la dichiarazione dei redditi, Unico Persone Fisiche ed assolvere la relativa imposta sostitutiva. Per tale incombenza, l’Agenzia delle entrate mette ogni anno a disposizione in modo gratuito un software di semplice utilizzo che consente l’inserimento del fatturato, oltre ai consueti dati anagrafici del contribuente. Sulla base di tali dati e del codice Ateco collegato alla partita iva (che identifica il genere di attività svolta), il software calcola la riduzione forfettaria del fatturato per tenere conto dei costi sostenuti; tale “abbattimento” è consultabile sul sito dell’agenzia delle entrate, o semplicemente digitando sul motore di ricerca “coefficienti redditività forfait agenzia entrate”.
Per poter fruire della tassazione agevolata del cinque percento, non occorre esprimere alcuna opzione in sede di inizio attività; è sufficiente dichiarare la sussistenza dei requisiti necessari in sede di dichiarazione dei redditi. La possibilità di godere della tassazione al cinque percento ha durata massima di cinque anni, mentre quella ordinaria del quindici percento non ha limiti di scadenza.
Occorre precisare che oltre a quanto dovuto al fisco, è da tenere nella dovuta considerazione anche l’obbligo dei versamenti dei contributi previdenziali all’INPS che, tuttavia, rispetto ai regimi ordinari possono godere di una riduzione del 35% previo comunicazione all’ente di previdenza tramite cassetto previdenziale INPS.
Il regime forfettario, a tanti, potrebbe apparire per tali motivi di estrema facilità nella sua applicazione; è bene tuttavia non sottovalutare la possibilità di commettere eventuali errori che originerebbero, oltre a sanzioni, la necessità di dover versare “a postumi” imposte e contributi di notevole entità.