Cos’è il testamento solidale
La cultura nel voler affrontare temi che attengono alle proprie volontà testamentarie, anche per motivi di scaramanzia, è ancora poco diffusa nel nostro Paese. Basti pensare, ad esempio, che circa il 10% dei cittadini del Belpaese decide di redigere un testamento. Un dato che contrasta con quanto accade negli altri grandi paesi avanzati, dove la percentuale, non di rado, è pari al doppio rispetto a quella italiana.
Ancor meno diffuso e noto, invece, è il testamento solidale, del quale si parla nel nostro Paese da poco più di due lustri, anche questo decisamente più diffuso in altre realtà europee dove tale scelta testamentaria interessa un discreto numero di soggetti e la cultura del testamento solidale è maggiormente presente nel tessuto sociale.
Testamento solidale: rispecchiare i propri valori e senso di solidarietà oltre la vita.
Quanto esso sia diventato centrale nella cultura di numerose nazioni, e nell’auspicio che lo stesso valore possa interessare in futuro anche i nostri connazionali, è stata proclamata una “giornata nazionale del testamento solidale”. Il 13 settembre di ogni anno, come in tutto il mondo, viene celebrata la già menzionata giornata per ringraziare coloro che hanno destinato un lascito testamentario per una buona causa, e nello stesso tempo per favorire la diffusione di questo generoso comportamento.
È bene chiarire come il testamento solidale non sia un atto distinto dal testamento classico, essendo il primo null’altro che un testamento redatto in modo tradizionale (in forma olografa o tramite atto pubblico), caratterizzato dal contenere al suo interno anche disposizioni finalizzate alla destinazione di una parte del proprio patrimonio a quelle associazioni che rispecchiano i valori e il senso di solidarietà dell’estensore, sostenendo le stesse nella loro attività ordinaria volta ad aiutare il prossimo, spesso in contesti economici e sociali particolarmente complessi e articolati.
Optare per un testamento con contenuto solidale, quindi, è un gesto che consente di poter offrire un contributo, piccolo o grande che sia, per migliorare il nostro pianeta anche dopo la vita, dando supporto concreto a tutte quelle organizzazioni che, quotidianamente, lavorano per migliorare il mondo in contesti di guerra, povertà e ingiustizia sociale.
Ancora più meritevole, inoltre, il lascito alle Onlus che si occupano di ricerca scientifica e sanitaria, per tentare di mettere a punto terapie finalizzate alla cura di malattie gravi e spesso non guaribili allo stato attuale delle conoscenze mediche.
La legge, nel suo piccolo, consente di aiutare tutti gli Enti meritevoli, tramite la possibilità di destinare il proprio 5 per mille delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi; come dimostrano i dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, gli italiani sono molto sensibili a questi temi; le scelte sono destinate in modo particolare alla ricerca scientifica e sanitaria per la cura delle malattie note a tutti.
È importante sottolineare, tuttavia, come il lascito solidale non implica necessariamente la destinazione dell’intero patrimonio, anzi, è sempre necessario rispettare nella sua redazione quelle che sono le norme previste dal codice civile. Il testamento è l’unico strumento efficace che consente di armonizzare il principio di tutela della famiglia e quello di libertà e solidarietà verso gli altri. In base a quanto previsto dal nostro ordinamento, le persone “care” sono sempre tutelate dalla cosiddetta “quota legittima”, mentre la restante parte può essere liberamente disposta dal testatore.
Testamento solidale: alcuni utili consigli.
Nel testamento, esiste la possibilità di prevedere un lascito solidale, o meglio un “legato”, designando come beneficiario un ente del terzo settore, destinando allo stesso una parte dei beni posseduti; a titolo esemplificativo, una somma di denaro, azioni o titoli d’investimento, un immobile, un bene mobile (un’opera d’arte, un gioiello, ecc. ecc.…).
Il lascito solidale può essere effettuato anche tramite la sottoscrizione di una polizza vita, nella quale venga designato, come beneficiario in caso morte, un ente del terzo settore.
Per essere efficace, è indispensabile indicare chiaramente l’organizzazione beneficiaria, incluso il codice fiscale, evitando diciture inesatte o generiche.
Come accennato il tema del “testamento solidale”, in Italia, resta al momento marginale, anche se un recente studio dalla “Fondazione Cariplo” mette in evidenza come gli enti che svolgono attività informativa su questa tematica hanno significative maggiori chance d’intercettare l’interesse di un numero crescente di soggetti.
La particolarità che attiene al tema del testamento, tuttavia, è bene sia affrontata con attenta valutazione legale, in quanto il testatore che dovesse commettere errori rischierebbe di provocare lunghe, non sicuramente volute, cause giudiziali i cui esiti potrebbero non essere quelli voluti dal de cuius.
Ulteriori informazioni.
Ulteriori interessanti informazioni si possono ottenere tramite il portale del comitato del testamento solidale, realizzato con il patrocinio del consiglio nazionale del notariato; sullo stesso sito è possibile, inoltre, leggere testimonianze di persone che lasciano ampio spazio a meditazione sul tema come, tra le tante, questa: Una vita al servizio degli altri, la storia di Tiziana. “Utile. Soddisfatta. E anche felice. È così che mi sento pensando che qualcuno, un giorno, quando non ci sarò più, potrà beneficiare dei risultati e delle fatiche della mia vita”. Tiziana è un medico di sessant’anni, vive a Roma e, un paio di anni fa, ha deciso di intestare una polizza vita ad Aism, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, e una a Fism, la sua Fondazione che si occupa di indirizzare, promuovere e finanziare una ricerca scientifica di eccellenza per individuare terapie e trattamenti efficaci a rallentare il decorso della malattia e per trovare, un domani, la cura definitiva.