di Ylenia Pia Valguarnera

Quando ho letto che Cecilia Sala, una giornalista che seguo, è stata arrestata in Iran, mi sono fermata un attimo. Mi sono chiesta: com’è possibile che ancora oggi una donna venga arrestata solo perché sta facendo il suo lavoro?

Il lavoro di raccontare la verità, di dare voce a chi non ce l’ha. Cecilia era lì per parlare delle donne iraniane, di quelle che ogni giorno combattono contro un sistema che decide cosa devono indossare, come devono comportarsi, perfino chi possono essere. E nonostante tutto, loro trovano il coraggio di dire basta. Ma questo al regime non piace, e chi prova a raccontarlo, come Cecilia, viene zittito. In Iran, le donne non stanno lottando solo per sé stesse. Stanno lottando per un principio: essere libere di vivere come vogliono. E Cecilia Sala ha deciso di portare questa storia al mondo. Perché se nessuno ne parla, è come se non esistesse.

Ma adesso il regime ha deciso di farla pagare anche a lei, e noi non possiamo stare zitti. La frase che circola sui social è chiara: “L’Iran continua a imporsi sulla voce delle donne, e allora noi urliamo”. Ed è vero. Se loro cercano di soffocare queste voci, noi dobbiamo fare l’opposto: parlarne, condividere, far sapere a più persone possibile quello che sta succedendo. Perché è importante per noi?

È facile pensare che certe cose siano lontane, che riguardino solo “gli altri”. Ma non proprio è così. La libertà di espressione e il diritto di essere noi stesse sono valori che dovrebbero valere per tutte, ovunque. E quello che succede in Iran, o l’arresto di una giornalista come Cecilia, ci riguarda, perché dimostra quanto la libertà possa essere fragile. E poi, quante volte noi, anche senza leggi come quelle iraniane, ci sentiamo dire cosa possiamo fare o chi possiamo essere? Quante volte ci fanno sentire sbagliate solo perché siamo noi stesse? Quello che sta succedendo lì è solamente una versione estrema di qualcosa che tutte noi possiamo, in qualche modo, capire.
Non dobbiamo essere giornaliste o attiviste per fare la nostra parte. Basta poco: condividere un post, informarsi, parlarne con chi ci sta intorno. C’è l’hashtag #FreeCecilia che sta facendo il giro dei social, ed è un modo semplice per dimostrare che siamo non solo con lei, ma con tutte le donne che stanno combattendo per la loro libertà.

Cecilia Sala ha scelto di raccontare storie che altri avrebbero ignorato.

Ora tocca a noi fare la nostra parte e raccontare la sua storia. Perché se restiamo in silenzio, è come se accettassimo che tutto questo sia normale. E normale non lo è, per niente.