di Josè Trovato

Leonforte. L’attività di alcuni fedelissimi del clan Fiorenza, a Leonforte, sarebbe giunta quasi a “schedare”, in una sorta di inquietante mappatura preventiva a scopo illecito, le auto dei poliziotti in servizio al Commissariato. E in particolare Gaetano Cocuzza, pregiudicato arrestato la settimana scorsa per associazione mafiosa nell’operazione “Caput Silente”, intercettato, avrebbe detto di conoscere a memoria le targhe delle macchine di proprietà di alcuni agenti. Per questo, dovendosi presentare per rinnovare un documento, avrebbe optato per il momento “migliore” onde evitare di imbattersi in alcuni poliziotti della pg, che evidentemente non gli andavano a genio perchè ritenuti troppo duri nei suoi confronti e perchè avevano indagato su di lui e sull’organizzazione mafiosa. Se le auto fossero state posteggiate in prossimità del commissariato, fa capire, lui avrebbe scelto un’altra giornata.
Lo racconta a una persona mentre è intercettato, una conversazione da cui si evince chiaramente, con il senno di poi, che aveva fatto male i suoi conti. A un certo punto, a fine marzo 2018, dice infatti che entro un anno, un anno e mezzo al massimo, “usciranno i Fiorenza” dal carcere e poi “ridimu”, riferendosi chiaramente a persone che non avevano voluto dare conto al clan: avrebbero “riso”, espressione ironica per dire che quelle persone a quel punto avrebbero smesso di ridere. In realtà, dei tre Fiorenza arrestati nel 2013 (il presunto capoclan Giovanni, che non è coinvolto in alcun modo e neppure lambito dai fatti dell’operazione Caput Silente, a cui risulta estraneo, e i suoi due figli Alex e Saimon), il primo a lasciare il carcere fu Alex, ma solo a gennaio 2021; ma soprattutto nel frattempo, Cocuzza, era già tornato in cella per quello che fu una sorta di piccolo record: la polizia lo arrestò due volte in ventiquattro ore, nell’aprile 2019. Una prima volta per spaccio di hashish e poi, dopo che aveva ottenuto gli arresti domiciliari, per detenzione illegale di una pistola Beretta calibro 9 parabellum, con tanto di caricatore e munizioni, risultata rubata.
Alcune intercettazioni dunque sono trapelate solo oggi, a distanza di alcuni giorni dall’operazione della polizia, mentre a breve, ultimato il giro di interrogatori di garanzia degli arrestati dinanzi al gip, inizierà la partita dei ricorsi al Tribunale della Libertà di Caltanissetta. Un collegio di sei giudici del Riesame dovrà decidere se confermare o meno, e per chi, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Graziella Luparello, un mattone di oltre milleduecento pagine che ha portato in carcere 30 persone (alcune delle quali erano già in cella) e altre due ai domiciliari.