Dottoressa Floriana La Barbera *

La maggior parte delle bambine e dei bambini abbandona il ciuccio spontaneamente entro i 24 mesi, seguendo una tappa semplice. Altri hanno bisogno di più tempo (anche oltre i tre anni) e magari di un aiuto da parte dei genitori.
E’ importante parlare con la bambina o il bambino del proprio rapporto con il ciuccio. Privarli di questo supporto psicologico all’improvviso da un giorno all’altro potrebbe lasciare traumi da ansia e insicurezza.  Il ciuccio andrebbe abbandonato solo dopo la dentizione e andrebbe fatto gradualmente, senza imposizioni. Sarebbe utile iniziare un percorso che coinvolgere emotivamente la bambina o il bambino, che deve essere la/il protagonista, dettando i tempi e i modi della separazione.  Ad esempio, insieme alla bambina o al bambino si potrebbe fare un piano a lungo termine e potrebbe essere scelto il compleanno come un obiettivo da raggiungere per salutare il ciuccio.
Non è consigliato utilizzare strade meno lunghe per farlo abbandonare, come ad esempio farlo sparire raccontando storie di fatine che vengono a rubarlo da sotto il cuscino oppure intingerlo in sostanze piccanti. Una bambina o un bambino a cui viene tolto il ciuccio in maniera brusca potrebbe andare incontro a crisi di pianto, ansia e risvegli notturni. Perciò questa separazione va gestita con empatia e affrontata progressivamente, per esempio iniziando con una separazione diurna e leggendo insieme alla bambina o al bambino libri di storie e favole a tema per poi commentarle insieme (lettura consigliata, Ciao, Ciao, Ciuccio! Io sono grande,  di Emanuela Bussolati, Mondadori).
Al momento della nanna la bambina o il bambino potrebbe avere difficoltà ad addormentarsi senza ciuccio e per vivere serenamente questo addio notturno, dopo averne parlato più volte, si potrebbe decidere in accordo che anche il ciuccio, come la bambina o il bambino, ha bisogno di una piccola “dimora” in cui vivere e di qualche ora di riposo dato che la notte sarà “al lavoro”. Questa casetta potrebbe essere una scatolina che la bambina o il bambino potrà prendere quando avrà nostalgia o sarà in ansia. Oppure un altro stimolo per far abbandonare il ciuccio, dato che le bambine e i bambini tra i due e i tre anni amano sentirsi grandi, potrebbe essere quello di suggerire di regalarlo a una bimba o a un bimbo, raccontando che il suo ciuccio magico darebbe sostegno alla neonata o al neonato proprio come lo ha ricevuto lei/lui e così la sua azione generosa sarà premiata con un bel regalo da bambina/o gentile.
Conoscere le fasi evolutive della bambina o del bambino e sapere quando togliere il ciuccio è di fondamentale importanza, affinché il ciuccio rimanga per lei/lui uno strumento di pace e serenità e non si trasformi invece in un ausilio dannoso per la sua salute.
Non ci sono scuole per i genitori che possano preparare al difficile compito di crescere ed educare i figli, ci potrebbero essere anche momenti  in cui ci sono i dubbi sul come fare, sugli atteggiamenti da tenere e sulle cose da dire o le paure di sbagliare. Come dice lo psicoanalista D. Winnicott, il genitore dovrebbe accontentarsi di essere genitore “sufficientemente buono”, capace di accettarsi di non essere perfetto e di accettarsi con i propri limiti, ma allo stesso tempo autenticamente ed emotivamente disponibile a fare del proprio meglio ed essere realmente sintonizzato sui bisogni dei propri figli. Attenzione, sensibilità, capacità creativa, empatia sono la base per aiutare una persona a crescere e a sviluppare le proprie potenzialità che le permetteranno di diventare autonoma e indipendente. Il genitore che si adopera per far emergere la personalità del bambino rispettando le sue caratteristiche gli permetterà di attraversare le esperienze positive e negative della vita con fiducia. E per il genitore che si trova a vivere un periodo delicato, fatto di nuove sfide in riferimento alle diverse tappe evolutive dei propri figli, sentendosi così più fragile, potrebbe essere utile per prendersi cura di sé contattare una psicologa per un sostegno emotivo.

* Psicologa

Bibliografia

  • Winnicott, D.W. (1996), La famiglia e lo sviluppo dell’individuo, Armando.
  • Dolto F. (1997), Quando i bambini hanno bisogno di noi, Milano, Mondadori.
  • Ammaniti, M. (1997), Crescere con i figli, Milano, Mondadori.